Diabetes Mentor: La figura del farmacista nel monitoraggio glicemico del paziente diabetico

Percorso formativo strutturato in 4 incontri rivolto ai farmacisti territoriali.

 

L’automonitoraggio della glicemia strutturato secondo uno schema ben preciso, nei pazienti diabetici non trattati con insulina, è efficace quanto un intervento farmacologico. 

La presenza attiva del farmacista nel team diabetologico può agevolare e rendere più efficace la gestione del paziente con diabete e contribuire a offrirgli un’assistenza migliore. 

Data la complessità della patologia diabetica, che coinvolge tutto l’organismo e ha anche importanti risvolti psicologici, c’è unanime consenso sull’idea che la persona con diabete debba essere seguita, oltre che dal diabetologo, sia dal medico di medicina generale sia, in un rapporto di costante collaborazione, da una squadra di specialisti e professionisti con competenze specifiche, che lavorino insieme: un gruppo, coordinato dal diabetologo, che comprenda medici, infermieri, dietisti, podologi, psicologi, altri operatori sanitari. 

Dunque, allargando la prospettiva, anche per il farmacista nel team diabetologico si profila un ruolo importante, perché si tratta di un professionista della salute con il quale il paziente ha, per forza di cose, un rapporto assiduo, dovendosi recare da lui regolarmente per farmaci e presidi e  con il quale ha la possibilità di stabilire una relazione di dialogo e confidenza, quasi come con un amico esperto e competente.

Lo spazio e il ruolo che il farmacista può avere come anello intermedio nella relazione tra medico e paziente è oggi persino riconosciuto ufficialmente da una legge dello Stato italiano, quella che nel 2009 ha introdotto la farmacia dei servizi, ampliando le competenze del professionista dietro il banco, in particolare nell’ambito delle patologie croniche.

A dirlo è anche lo studio italiano Prisma, pubblicato su Diabetes Care, che ha monitorato oltre mille pazienti con diabete di tipo 2 non insulino-trattati, provenienti da 39 centri di diabetologia su tutto il territorio nazionale.  I ricercatori hanno diviso il campione in due gruppi, in uno i pazienti eseguivano l’autocontrollo strutturato in uno schema fissato a 4 volte al giorno per 3 giorni alla settimana e nell’altro l’autocontrollo non era strutturato. Significativi miglioramenti dei livelli di emoglobina glicata (HbA1c) sono stati osservati solo nel primo gruppo.

 

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