2009-09

Nuove evidenze sulla prevenzione del raffreddore comune

Revisone scientifica: Prof.ssa Antonia Radaelli, Docente di microbiologia e virologia, Dipartimento di Scienze Farmacologiche Facoltà di Farmacia, Laboratorio di Virologia Molecolare

Dipartimento di Farmacologia, Chemioterapia e Tossicologia Medica Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli studi di Milano, Prof. Carlo De Giuli Morghen, Ordinario di Microbiologia Generale.

Autore: Amista L. Salcido, PharmD, Clinical Assistant Professor Cooperative Pharmacy Program University of Texas at El Paso/UT-Austin El Paso, TX

OBIETTIVO:

Educare i farmacisti sulle cause e sulla trasmissione del raffreddore comune e prepararli a fornire ai pazienti informazioni accurate sui metodi di prevenzione.

 OBIETTIVI EDUCATIVI:

Dopo aver completato la seguente monografia di aggiornamento, il farmacista dovrebbe essere in grado di :

1. fornire una panoramica generale sull’epidemiologia e sull’impatto economico del raffreddore comune;

2. elencare l’insieme dei sintomi caratteristici e delle potenziali complicanze associate al raffreddore comune;

3. discutere la patogenesi del raffreddore comune;

4. descrivere i meccanismi di trasmissione del raffreddore comune;

5. identificare le misure di prevenzione del raffreddore comune, separando i fatti reali dalle credenze popolari;

6. elencare i principali consigli da trasmettere ai pazienti su prevenzione, gestione dei sintomi ed informazione al medico relativamente al raffreddore comune.

 

Il raffreddore comune, noto anche come rinofaringite acuta virale, è una malattia infettiva lieve, autolimitante, descritta per la prima volta nel V secolo a.C. da Ippocrate1. Gli Egizi avevano persino un geroglifico per il raffreddore: un naso accompagnato da un simbolo che rappresentava qualcosa che ne fuoriusciva2. Il termine ‘raffreddore’, è stato probabilmente coniato dai medici dell’antichità, i quali descrivevano ‘condizioni di raffreddamento’ e ‘condizioni di riscaldamento’ dipendenti dalla temperatura fredda o calda dell’ambiente esterno e questa denominazione impropria è rimasta nella scienza moderna. Il raffreddore comune rappresenta la malattia infettiva più diffusa tra gli esseri umani e comporta un significativo costo economico in termini di perdita di giornate lavorative e giorni di scuola. Esso rappresenta inoltre la causa principale di visite mediche e l’infezione respiratoria in assoluto più frequente,1 nonché uno dei disturbi più frequenti riportati in gravidanza3. Più di 200 virus4 possono causare il raffreddore comune. I rinovirus, comprendenti più di 100 sierotipi, rappresentano gli agenti patogeni più comuni a cui è possibile ricondurre almeno il 50% degli episodi di raffreddore negli adulti1,5.  

 

Credenza popolare: prendere freddo provoca il raffreddore.

Realtà: se un virus del raffreddore penetra all’interno del naso, quasi tutte le persone vengono infettate, indipendentemente dal fatto che abbiano preso freddo o meno.

 

EPIDEMIOLOGIA

 

Key Point: Il raffreddore comune è così diffuso che la sua incidenza viene misurata in termini di episodi di raffreddore per individuo all’anno, diversamente da altre patologie.

Keywords: Raffreddore comune epidemiologia, raffreddore comune fattori di rischio, raffreddore comune impatto economico

 

Il raffreddore comune è così diffuso che la sua incidenza viene misurata in termini di episodi di raffreddore per individuo all’anno, a differenza della normale valutazione epidemiologica (che, per esempio, fornisce valori di incidenza del tipo ‘per 10.000 persone all’anno’)4. Gli episodi di raffreddore sono più frequenti tra i bambini, a causa probabilmente del loro maggiore contatto con i coetanei a scuola e all’asilo o della loro relativa sensibilità all’infezione. In media, i bambini hanno circa da sei a dieci episodi di raffreddore all’anno, anche se nelle famiglie con bambini in età scolare il numero degli episodi per bambino può arrivare fino a 12 all’anno6. Le donne, in particolare quelle appartenenti alla fascia di età compresa tra i 20 e i 30 anni, presentano più episodi di raffreddore rispetto agli uomini, probabilmente a causa di un contatto più ravvicinato con i bambini6. In media, gli adulti presentano da due a quattro episodi di raffreddore all’anno, benchè tale frequenza vari considerevolmente6-8. In media, i soggetti di età superiore a 60 anni sono colpiti da meno di un episodio di raffreddore all’anno6.

Contrariamente alla credenza popolare, trovarsi in un ambiente freddo o umido non aumenta la predisposizione al raffreddore comune. Per contro, respirare un’aria eccezionalmente secca può predisporre il soggetto alla malattia, limitando la capacità della mucocinesi di espellere gli agenti patogeni virali. I fumatori presentano un maggior rischio di contrarre il raffreddore comune e solitamente gli episodi di raffreddore sono più intensi rispetto a quelli osservabili nei non fumatori. Il rischio di contrarre il raffreddore comune aumenta anche in relazione ad uno status socioeconomico più basso4. Il raffreddore può presentarsi in qualsiasi momento, per quanto sia più comune nel periodo compreso tra la fine di agosto e l’inizio di aprile.

L’impatto economico del raffreddore comune è enorme. Il National Center for Health Statistics stima che ogni anno, negli Stati Uniti, più di 62 milioni di casi di raffreddore comune richiedono l’intervento del medico o comportano una limitazione dell’attività dei soggetti colpiti6,9. Ogni anno, il raffreddore comune causa la perdita di giornate di lavoro da parte di chi ne viene colpito, con 45 milioni di giorni di attività lavorativa ridotta, 22 milioni di giorni di scuola perduti e un impatto economico complessivo superiore ai 20 miliardi di dollari10.

Al raffreddore comune è possibile attribuire negli Stati Uniti ogni anno più di 100 milioni di viste mediche, con una stima del relativo costo pari almeno a 7,7 miliardi di dollari all’anno1. Un costo aggiuntivo di 4 miliardi di dollari viene sostenuto ogni anno per l’acquisto di farmaci da banco destinati al trattamento dei sintomi del raffreddore,4,8 ed ulteriori 400 milioni di dollari per l’acquisto di farmaci da prescrizione per l’alleviamento sintomatico6,9,10. Inoltre, più di 1,1 miliardi di dollari sono spesi ogni anno per 41 milioni di prescrizioni di antibiotici destinati a soggetti colpiti da raffreddore, benchè gli antibiotici non abbiano alcun effetto su una malattia di origine virale10. Oltre al problema rappresentato da costi non necessari, la maggiore preoccupazione riguarda il fatto che questi trattamenti possano contribuire allo sviluppo della resistenza agli antibiotici, un problema sanitario pubblico estremamente importante10.  

 

Credenza popolare: al freddo si può contrarre il raffreddore.

Realtà: il raffreddore è più comune nei mesi invernali perché è più probabile che in quel periodo i virus si diffondano, ma questo non ha niente a che vedere con lo stare al freddo. 

 

EZIOLOGIA

 

Key Point: Il raffreddore comune può essere causato da oltre 200 differenti virus respiratori. I rinovirus rappresentano i virus più comunemente implicati cui attribuire dal 30 al 35% dei raffreddori comuni negli adulti

 Keywords: Raffreddore comune eziologia, raffreddore comune fisiopatologia, rinovirus, coronavirus, virus dell’influenza, virus parainfluenzale, adenovirus, ecovirus, virus respiratorio sinciziale, coxsackievirus

 

Il raffreddore comune può essere causato da oltre 200 differenti virus respiratori3-5,11,12. I rinovirus rappresentano i virus più comunemente implicati; anche se altri agenti patogeni sono rappresentati da coronavirus, virus dell’influenza, virus parainfluenzali, adenovirus, ecovirus, virus respiratori sinciziali e coxsackievirus1,3-7,12. L’identificazione del virus specifico non incide sul trattamento dell’ospite immunocompetente; pertanto, l’identificazione microbiologica non viene generalmente effettuata.

Il rinovirus umano è la causa più frequente del raffreddore comune. La sua denominazione deriva dal termine greco ‘rhin’ che significa naso. Si tratta di un membro della famiglia dei Picornaviridae, della quale sono stati identificati più di 110 sierotipi diversi1,4-7,11,12. A causa del numero elevato di sottotipi e variazioni antigeniche, le strategie di immunizzazione non si sono dimostrate praticabili. Si ritiene che ai rinovirus si possano attribuire dal 30 al 35% dei raffreddori comuni negli adulti, con la maggior parte dei casi concentrati all’inizio dell’autunno, in primavera ed in estate.

I rinovirus replicano ad una temperatura di 33°C, che corrisponde alla temperatura della mucosa nasale umana6. Questi virus penetrano lo strato mucoso dell’epitelio mucociliare nasale o bronchiale e si legano al recettore cellulare ICAM-1 (Inter-Cellular Adhesion Molecule 1), la molecola di adesione intercellulare. Questo comporta un danno a carico delle cellule ciliate ed un conseguente rilascio di bradichinina, prostaglandina, istamina e citochine. Questi mediatori favoriscono la risposta infiammatoria causando quindi l’infiammazione dei tessuti nasali, il distacco di cellule ciliate e alterazioni dell’integrità epiteliale. Quale conseguenza, il soggetto starnutisce e presenta rinorrea e naso chiuso. Gli stessi mediatori sono anche responsabili di mal di gola4.

I coronavirus infettano principalmente le vie respiratorie e gastrointestinali superiori di mammiferi ed uccelli. Il coronavirus umano più conosciuto, l’agente eziologico della sindrome respiratoria acuta grave (SARS, Severe Acute Respiratory Syndrome), è caratterizzato da una patogenesi particolare, dal momento che infetta sia il tratto respiratorio superiore che inferiore ed è in grado di causare gastroenterite.

Si ritiene che i coronavirus siano causa di un’elevata percentuale di raffreddori negli adulti; tuttavia, l’importanza e l’impatto da un punto di vista economico dei coronavirus come causa del raffreddore comune sono di difficile valutazione dal momento che, a differenza dei rinovirus, è difficile coltivare i coronavirus umani in laboratorio. Le infezioni si producono principalmente in inverno e all’inizio della primavera. Degli oltre 30 ceppi isolati, soltanto cinque infettano gli esseri umani6.

Altri virus sono responsabili del 10-15% dei casi di raffreddore comune6. Questi virus comprendono adenovirus, coxsackievirus, ecovirus, ortomixovirus (compresi i virus dell’influenza A e B), paramixovirus (compresi diversi virus parainfluenzali), virus respiratori sinciziali ed enterovirus6 Il raffreddore comune causato da questi virus può portare a patologie più importanti, quali influenza o coinfezione batterica (normalmente da streptococchi beta emolitici di gruppo A)12.

Nel 30-50% dei casi di raffreddore comune negli adulti le cause non sono state identificate6. Gli stessi virus che producono il raffreddore comune negli adulti sembrano produrre la stessa patologia nei bambini. Tuttavia, nei bambini, l’importanza relativa dei diversi virus del raffreddore comune non è chiara per la difficoltà di determinare la causa precisa dei sintomi 6.

 

SINTOMI E COMPLICANZE

 

Key Point: I sintomi associati al raffreddore comune compaiono da 10 a 16 ore dopo l’ingresso del virus nella cavità nasale e raggiungono il loro massimo 2 o 3 giorni  dopo l’infezione, quando i livelli di disseminazione del virus sono più elevati.

Keywords: Raffreddore comune segni e sintomi, raffreddore comune complicanze, raffreddore comune fisiopatologia.

I sintomi associati al raffreddore comune compaiono da 10 a 16 ore dopo l’ingresso del virus nella cavità nasale e raggiungono il loro massimo 2 o 3 giorni  dopo l’infezione, quando i livelli di disseminazione del virus sono più elevati13. I sintomi associati al raffreddore comune si presentano inizialmente sotto forma di un leggero dolore o pizzicore nella regione nasofaringea, ostruzione nasale o presenza di muco. I sintomi iniziali sono quindi seguiti da altri sintomi, quali rinorrea, mal di gola, starnuti, tosse, cefalea, indolenzimento muscolare e senso di malessere generale1,4,12,14. Nei neonati e nei bambini piccoli può presentarsi febbre con punte fino a 39,0°C6.

I sintomi del raffreddore comune normalmente durano sette giorni, ma nel 25% dei pazienti possono persistere fino a due settimane15. Sintomi che si presentano frequentemente o durano più di due settimane, possono essere imputabili ad un’allergia piuttosto che al raffreddore (vedi Tabella 1). La gravità dei sintomi varia a seconda di ciascun agente virale. Alcuni pazienti sperimentano soltanto un episodio passeggero con sintomi minori che durano pochi giorni. Altri, invece, possono provare profondo malessere per un periodo di tempo più lungo. Il frequente coinvolgimento dei seni nasali e paranasali è causato dall’ostruzione del normale drenaggio della regione sinusale. Una disfunzione delle tube di Eustachio ed anomalie pressorie all’orecchio medio sono presenti nei casi in cui i pazienti riportano mal d’orecchi o una sensazione di pressione locale. A causa dei sintomi, il sonno dei pazienti risulta frequentemente disturbato4,12.

Occasionalmente, il raffreddore comune può portare ad infezioni batteriche secondarie a carico dell’orecchio medio (otite media) o dei seni nasali e paranasali, che richiedono un trattamento con antibiotici. Febbre alta, linfadenopatia laterocervicale, dolore facciale a livello dei seni nasali e tosse con muco possono indicare complicanze o la presenza di una patologia più importante richiedente una valutazione da parte del medico6.

 

Credenza popolare: la credenza più diffusa relativa al raffreddore è che la predisposizione alla malattia sia imputabile ad un sistema immunitario indebolito.

Realtà: una volta che il virus è penetrato all’interno della cavità nasale, anche persone sane con un sistema immunitario normale sono ad alto rischio di contrarre il raffreddore. In studi condotti su volontari, circa il 95% di adulti normali si è ammalato quando il virus è stato inoculato nel naso16.

 

PATOGENESI

 I virus provocano l’infezione sovvertendo il sistema di difesa naturale dell’organismo. Una delle prime linee di difesa dell’organismo è rappresentata dalla produzione di muco da parte delle membrane nasali e della gola. Il muco forma una barriera che intrappola sostanze estranee inalate, quali pollini, polvere, batteri e virus. Una volta che un virus riesce a superare il muco e penetra all’interno di una cellula, esso reindirizza il meccanismo cellulare di produzione delle proteine in modo da generare nuovi virus, i quali, a loro volta, infettano le cellule circostanti6.

Le cellule nasali infettate dal virus inviano segnali che richiamano vari tipi di leucociti al sito interessato dall’infezione. A loro volta, queste cellule liberano una serie di sostanze chimiche prodotte dal sistema immunitario come le chinine. Queste sostanze, quindi, causano il rigonfiamento e l’infiammazione delle mucose, la fuoriuscita di proteine e di liquidi dai capillari e dai vasi linfatici ed un aumento della produzione di muco. Pertanto, i sintomi associati al raffreddore comune sono il risultato della risposta immunitaria dell’organismo all’invasione virale6.

 

IDENTIFICAZIONE DEI PAZIENTI A RISCHIO DI COMPLICANZE

 Key Point: La maggior parte delle persone non sviluppa alcuna complicanza da raffreddore comune. Tuttavia, le complicanze associate a questa malattia possono essere serie. Le complicanze più frequentemente riscontrate comprendono sinusite, otite media, bronchite, polmonite batterica ed aggravamento di asma o broncopneumopatia cronica ostruttiva

 Keywords: Raffreddore comune fattori di rischio, raffreddore comune complicanze, sinusite, otite media, bronchite, polmonite batterica, asma, broncopneumopatia cronica ostruttiva

 

La maggior parte delle persone non sviluppa alcuna complicanza da raffreddore comune. Tuttavia, le complicanze associate a questa malattia possono essere serie e, talvolta, porre a rischio la vita del paziente. Le complicanze possono comprendere sinusite, otite media, bronchite, polmonite batterica ed aggravamento di asma o broncopneumopatia cronica ostruttiva 12. I pazienti affetti da asma, fibrosi cistica o bronchite cronica, quelli immunocompromessi, i neonati, gli anziani e i fumatori con malattie del tratto respiratorio inferiore presentano un rischio maggiore di sviluppare complicanze1.

 

Credenza popolare: avere dei sintomi associati al raffreddore comune è una buona cosa perché aiuta a guarire più rapidamente.

Realtà: circa il 25% delle persone affette da raffreddore comune sono asintomatiche eppure superano la malattia altrettanto bene dei soggetti che presentano sintomi16. Starnuti e secrezioni nasali sono utili per rimuovere polveri e pollini dal naso ma non eliminano i virus del raffreddore comune, dal momento che questi si moltiplicano all’interno delle cellule nasali. Le secrezioni nasali contengono virus, batteri e mediatori infiammatori che sono in grado di produrre infiammazione delle cavità rinosinusali e causare un’infezione batterica secondaria. Pertanto, soffiarsi il naso, starnutire e tossire sono tutte azioni che ‘aiutano’ i virus, favorendone la diffusione ad altre persone.

 

 

 

Tabella1

Raffreddore, influenza o allergia?1,4,12-14

Sintomo/Fattore

Raffreddore

Influenza

Allergia

 

Inizio della malattia

Lento

Improvviso; entro qualche ora

Improvviso o lento

 

Durata

3-14 giorni

3-10 giorni

Diverse settimane

 

Febbre

Raramente, bassa

Normalmente: alta
(37,8-39,0°C)
Durata 3-4 giorni

Mai

 

Cefalea

Raramente, lieve

Comunemente, intensa

Comunemente

 

Indolenzimento generale, dolori

Leggeri

Normalmente;

spesso intensi

Mai

 

Affaticamento, debolezza

Eventualmente lieve

Normalmente; può durare fino a 2-3 settimane

A volte

 

Spossatezza

Mai

Normalmente; nella fase iniziale della malattia

Mai

 

Naso intasato

Comunemente

A volte

Comunemente

 

Naso gocciolante

Comunemente

Raramente

Comunemente

 

Starnuti

Normalmente

A volte

Normalmente

 

Mal di gola

Comunemente
(pizzicore)

A volte

A volte

 

Dolore al petto

Lieve-moderato

Comunemente; può diventare intenso

Mai

 

Tosse

Intensa o tosse secca

Secca

A volte

 

Appetito

Normale

Ridotto

Normale

 

Bruciore agli occhi

Raramente o mai

Raramente o mai

Comunemente

 

Stagione

Tutto l’anno;
con picchi in inverno

Tra novembre e febbraio

Picchi in primavera ed autunno

 

Trattamento

Antistaminici, decongestionanti, FANS

Farmaci antivirali; consultare il medico

 

 

Prevenzione

Lavarsi spesso le mani; evitare contatti ravvicinati con persone colpite

Vaccinazione annuale,
farmaci antivirali;
consultare il medico

Vaccino quando disponibile, evitare gli allergeni (per esempio, polline, acari della polvere, muffe, forfora di animali)

 

Complicanze

Congestione sinusale, otite media, asma

Bronchite,
polmonite; può mettere a rischio la vita

Infezione sinusale, asma

TRASMISSIONE

 

Key Point: La presenza di virus può essere riscontrata nella mani di circa il 40% degli adulti affetti da raffreddore comune associato a rinovirus. La quantità di virus rilevabile sulle mani è maggiore rispetto a quella presente nella tosse o negli starnuti e i virus possono essere facilmente trasferiti alle mani di un ricevente mediante contatto diretto

 Keywords: Raffreddore comune fattori di rischio, raffreddore comune trasmissione

 Per quanto molte persone siano convinte che il raffreddore comune sia causato dall’esposizione alle basse temperature, dal ‘prendere umidità’, dal ‘non coprirsi bene in inverno’ o ‘dal prendere freddo o surriscaldarsi’, i ricercatori hanno scoperto che queste condizioni incidono molto poco o per niente sullo sviluppo o la gravità della malattia17. Le persone prendono il raffreddore con la stessa frequenza tanto nell’emisfero australe quanto in quello boreale, anche in periodi dell’anno nei quali le temperature sono notevolmente più alte. 

I risultati delle ricerche suggeriscono che condizioni ambientali come sovraffollamento e basse temperature associate ad umidità, oltre che alimentazione insufficiente, stress psicologico, disturbi allergici a carico dei passaggi nasali o della faringe e cicli mestruali possono incidere sulla sensibilità delle persone alle infezioni virali, compromettendone il sistema immunitario6,18,19. Questi fattori, tuttavia, non causano l’infezione o i suoi sintomi6,20. Normalmente, le particelle virali penetrano all’interno del sistema respiratorio attraverso le narici o i dotti lacrimali e vengono quindi trasportate attraverso la cavità nasale nel flusso mucociliare, fino alla rinofaringe. Nel caso dei rinovirus, questi aderiscono ai recettori delle molecole sulle cellule epiteliali ospiti13. La dose infettiva dei rinovirus può essere anche di sole 30 particelle virali21.

Affinché si produca un’infezione, il virus deve penetrare all’interno della cellula epiteliale ospite, replicarsi, essere rilasciato nell’ambiente extra-cellulare e, quindi, infettare nuove cellule. La conseguente replicazione virale scatena il rilascio di mediatori infiammatori e l’attivazione di vie nervose che portano ai sintomi. Il virus si diffonde durante tutto il decorso del raffreddore, ma tende a raggiungere il picco di diffusione due o tre giorni dopo l’infezione17.

 

Meccanismi di trasmissione

 

A seconda del tipo di virus, possono aver luogo una o tutte le seguenti vie di trasmissione:

1) toccare secrezioni respiratorie infette presenti sulla cute e sulle superfici circostanti e poi toccarsi gli occhi o il naso,

2) inalare particelle relativamente grosse di secrezioni respiratorie trasportate nell’aria,

3) inalare microgocce (piccole particelle infette sospese nell’aria) che permangono per ore in ambienti ristretti e/o non ventilati6. La via di trasmissione può essere rappresentata da un trasferimento diretto dalle mani alle narici o da inalazione di gocce trasportate nell’aria22.

Decenni di ricerche hanno dimostrato che la trasmissione da persona a persona di agenti batterici o virali è favorita dall’uso delle mani. In effetti, è stato dimostrato che la trasmissione dei virus del raffreddore comune dipende più dalla trasmissione attraverso le mani che dalla trasmissione attraverso le gocce sospese nell’aria prodotte da starnuti di un soggetto infetto23,24. La maggior parte delle ricerche sulla trasmissione del raffreddore comune è stata fatta sui rinovirus, che vengono diffusi alle massime concentrazioni dalle secrezioni nasali. Gli studi suggeriscono che un soggetto infetto ha una maggiore probabilità di trasmettere i rinovirus dal secondo al quarto giorno di infezione, essendo in quel momento massima la quantità di virus presenti nelle secrezioni nasali6,12. La diffusione mediante contatto diretto implica che gli individui infetti contaminino se stessi e/o l’ambiente con rinovirus che possono trasferirsi ad un ricevente suscettibile mediante contatto casuale. La presenza di virus può essere riscontrata nella mani di circa il 40% degli adulti con raffreddore comune associato a rinovirus. La quantità riscontrabile di virus sulle mani è maggiore rispetto a quella identificabile nella tosse o negli starnuti e i virus possono essere facilmente trasferiti sulle mani di un ricevente mediante contatto diretto25.

 

PREVENZIONE

 

Key Point: Una prevenzione efficace delle infezioni da rinovirus richiede l’eliminazione completa dei virus dalle mani. Il semplice lavaggio delle mani o il ricorso a diversi agenti virucidi rimuove i virus infettivi presenti.

 Keywords: Raffreddore comune prevenzione, acido glutarico, acido salicilico, acido piroglutamico,  triclosan.

 Prevenzione mediante sostanze virucide per uso topico

L’inattivazione dei rinovirus mediante l’uso di acidi è un meccanismo ben noto, usato da molti anni per distinguere i rinovirus da altri picornavirus. Una prevenzione efficace delle infezioni da rinovirus sembra richiedere l’eliminazione completa dei virus dalle mani. Il semplice lavaggio delle mani o il ricorso a diversi agenti virucidi rimuove i virus infettivi presenti. È stato rilevato, tuttavia, che i virus rimangono sulla cute e sugli oggetti inanimati fino a tre – quattro ore4,26. Pertanto, l’uso di un agente virucida per la prevenzione del raffreddore comune richiede il ricorso ad un preparato con un’attività virucida in grado di continuare per un lungo periodo di tempo dopo l’applicazione26. L’acido glutarico, un agente virucida studiato negli anni ’80, riduce la concentrazione virale ma non elimina in modo affidabile i virus dalle mani per un lungo periodo di tempo e si è dimostrato inefficace nel prevenire l’infezione25,27.

Altri agenti, per esempio etanolo al 62%, si sono dimostrati inefficaci nel rimuovere completamente i rinovirus dalle mani e non hanno dimostrato una persistente attività virucida25. Lo iodio ha dimostrato la possibilità di interrompere la trasmissione dei rinovirus per la prevenzione del raffreddore; tuttavia, non può essere considerato un agente virucida accettabile per uso generale26, dal momento che un assorbimento eccessivo di iodio attraverso l’uso regolare di questi prodotti può aumentare il rischio di sviluppare disfunzioni tiroidee. I soggetti a rischio elevato, tra i quali donne in gravidanza o che allattano, dovrebbero evitare questi prodotti.

Studi più recenti hanno testato l’attività antirinovirale residua di diversi acidi organici. L’acido salicilico e l’acido piroglutamico sono due composti la cui efficacia antivirale si è rivelata in grado di durare almeno tre ore.26 L’attività antivirale immediata e residua dimostrata da prodotti cosmetici da banco per la cura della pelle comunemente usati presenta una significativa efficacia virucida contro i rinovirus che dura da due a tre ore dopo l’applicazione. La persistente acidificazione della superficie cutanea sembra essere il meccanismo alla base dell’attività virucida di questi acidi organici27. La quantità di acido applicata sulle mani è direttamente proporzionale alla capacità di prevenire l’infezione26.

Una presentazione in occasione del convegno Interscience Conference on Antimicrobial Agents and Chemotherapy svoltosi nel settembre 2007 ha mostrato i risultati di alcuni studi clinici sull’efficacia antibatterica ed antivirale immediata e persistente di un sanificante concentrato per mani a base di alcol contenente triclosan28,29. In questi studi, l’Escherichia coli ATCC 11229 e il Rhinovirus 39 ATCC VR-340 sono stati utilizzati come marcatori. I risultati clinici hanno dimostrato l’efficacia antibatterica ed antivirale immediata e persistente di questo sanificante per le mani.

 

 

Credenza popolare: il riscaldamento delle case secca le membrane mucose del naso e rende le persone più predisposte a prendere il raffreddore.

Realtà: il virus del raffreddore comune non ha bisogno di membrane mucose secche per attivare l’infezione una volta penetrato nel naso. La mucosa nasale è molto resistente agli effetti della bassa umidità. Un’umidità ridotta fa avvertire una certa secchezza al naso, ma la mucosa continua a funzionare normalmente. La stagione del raffreddore comincia tipicamente tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, un periodo con temperature ancora moderate e durante il quale il riscaldamento non viene usato.

 

 

 

 

 

 

 

 

Prevenzione mediante cambiamenti dello stile di vita

 

Key Point: Lavarsi frequentemente le mani, evitare di toccarsi il naso e gli occhi, evitare l’esposizione ravvicinata e prolungata a persone raffreddate e la pulizia delle superfici contaminate costituiscono le misure più importanti per prevenire il contagio con i virus del raffreddore comune

 Keywords: Raffreddore comune prevenzione, raffreddore comune misure igieniche, raffreddore comune immunizzazione

 

 Prevenire il raffreddore comune significa evitare l’invasione virale dell’organismo da parte delle particelle virali e ridurre la possibilità che i virus riescano ad invadere i tessuti. Esistono diversi metodi mediante i quali è possibile ottenere questo risultato4.

 

Lavaggio delle mani: dal momento che la via primaria del trasferimento virale è toccare le proprie membrane mucose con mani contaminate, ai pazienti si dovrebbe consigliare di lavarsi frequentemente le mani. Il lavaggio delle mani rappresenta il metodo più semplice ed efficace per evitare di contrarre un raffreddore comune correlato ai rinovirus. I Centers for Disease Control and Prevention raccomandano di strofinare accuratamente le mani per 15 secondi, usando acqua tiepida e sapone6,12.  Purtroppo, quando si verifica l’esposizione al virus non è sempre possibile lavarsi le mani. L’uso di un prodotto topico contenente triclosan, per esempio, è una buona alternativa, dal momento che ne è stata dimostrata l’efficacia duratura28.

 

Contatto manuale: evitare di toccarsi il naso e gli occhi è un’altra misura precauzionale. È prudente evitare di strofinarsi gli occhi con le dita e di mettersi le dita nel naso o in bocca. I soggetti raffreddati dovrebbero sempre starnutire o tossire in un fazzoletto di carta e buttarlo immediatamente.

 

Esposizione ravvicinata: se possibile, si dovrebbe cercare di evitare l’esposizione ravvicinata e prolungata a persone raffreddate. Nel caso in cui non fosse possibile, si dovrebbe almeno evitare di toccare oggetti che sono stati a contatto con la persona in questione e declinare un suo eventuale invito a stringersi la mano.

 

Pulizia: dal momento che i rinovirus possono sopravvivere fino a tre ore al di fuori dei passaggi nasali su oggetti inanimati e sulla cute6,25-27, pulire le superfici con un disinfettante in grado di ucciderli può aiutare a prevenire la diffusione dell’infezione. Le superfici contaminate dovrebbero essere pulite con un disinfettante virucida o una soluzione casalinga composta da una parte di candeggina e dieci parti di acqua. 

 

Sonno: dormire sufficientemente e praticare attività fisica aiutano il sistema immunitario a funzionare in modo ottimale6.  

 

Fumo: il fumo interferisce con la mucocinesi e predispone il fumatore a contrarre il raffreddore; è prudente astenersi dal fumo e dall’esposizione al fumo passivo.

 

Prevenzione attraverso interventi farmacologici

 

Il modo più efficiente per controllare o prevenire la diffusione del raffreddore comune potrebbe essere una vaccinazione generale. Questo approccio ha funzionato per molte condizioni patologiche causate da batteri o virus. Tuttavia, lo sviluppo di un vaccino che possa prevenire il raffreddore comune è stato collocato ben oltre ogni possibilità concreta di realizzazione a causa di numerosi ceppi dei virus che causano la malattia. Fino a che non si sarà trovato un modo per combinare diversi antigeni virali in un unico vaccino o approfittare delle relazioni antigeniche crociate esistenti, la prospettiva di un vaccino per il raffreddore è piuttosto remota. L’esistenza di modificazioni antigeniche nei virus del raffreddore comune rende ancora più complicato lo sviluppo di un vaccino. Tali modificazioni si verificano negli antigeni di alcuni virus dell’influenza, rendendo necessario la modifica annuale del vaccino antinfluenzale4.

 

Credenza popolare: secondo un proverbio anglosassone ‘se hai il raffreddore mangia, se hai la febbre digiuna’.

Realtà: non è una buona idea in entrambi i casi. Quando si è colpiti da un’influenza o da un raffreddore, si ha un maggiore bisogno di liquidi. Pertanto, bere molta acqua e succhi di frutta, mangiare abbastanza in modo da soddisfare l’appetito e bere liquidi caldi per alleviare tosse e mal di gola.

 

STRATEGIE DI TRATTAMENTO

 

Key Point: Il trattamento non farmacologico del raffreddore comune prevede riposo a letto, adeguata assunzione di liquidi, gargarismi con acqua salata tiepida, dieta nutriente se tollerata, aria umidificata o saune e applicazione di vaselina per il naso arrossato. I farmaci da banco possono alleviare alcuni sintomi del raffreddore ma non sono in grado di prevenire, curare o ridurre la durata della malattia

 

Keywords: Raffreddore comune terapia, raffreddore comune autotrattamento, antistaminici, sedativi della tosse, destrometorfano, decongestionanti nasali, oximetazolina, nafazolina, pseudoefedrina, anestetici locali, antisettici locali, acido acetilsalicilico, ibuprofene, naproxene, ketoprofene, paracetamolo, sindrome di Reye.

 

 

Per anni, l’unico intervento disponibile per il raffreddore comune è consistito nel trattamento dei suoi sintomi. Tale trattamento può richiedere riposo a letto, adeguata assunzione di liquidi, gargarismi con acqua salata tiepida, dieta nutriente se tollerata, aria umidificata mediante umidificatori a vapore freddo o saune e applicazione di vaselina per il naso arrossato. Gli spray nasali salini possono essere usati per alleviare l’irritazione delle mucose e sciogliere il muco incrostato. Alimenti quali tè con limone e miele, brodo di pollo e bevande calde hanno proprietà allevianti ed aumentano l’assunzione di liquidi. Alcuni suggeriscono che il brodo di pollo possa avere un’attività antinfiammatoria12.

 

Tabella 2

 

Pazienti che dovrebbero astenersi dall’autotrattamento del raffreddore comune4,12

 

Condizione patologica
Ipertensione
Malattia cardiaca ischemica
Malattia coronarica
Ipertiroidismo
Diabete mellito
Aumento della pressione intraoculare
Ipertrofia prostatica
AIDS

Altri motivi di esclusione
Febbre > 38,6ºC
Dolore toracico
Respiro affannoso
Peggioramento dei sintomi durante l’autotrattamento
Terapia immunosoppressiva
Pazienti debilitati in età avanzata
Neonati < 9 mesi
Ipersensibilità ai farmaci da banco raccomandati

     

 

Autotrattamento

 

I farmaci che non richiedono prescrizione possono alleviare alcuni sintomi del raffreddore ma non sono in grado di prevenire, curare o ridurre la durata della malattia. La maggior parte di essi presenta potenziali effetti collaterali quali sonnolenza, vertigini, insonnia o disturbi di stomaco e dovrebbero essere assunti con cautela4,12. Inoltre, alcuni pazienti dovrebbero astenersi dall’autotrattamento del raffreddore (vedi Tabella 2). Questi pazienti dovrebbero piuttosto consultare il loro farmacista o il medico di famiglia.

I medicinali semplici contenenti un solo componente sono preferiti dalla maggior parte dei pazienti, anche se i loro sintomi giustificano il ricorso a vari principi attivi durante un episodio di raffreddore comune. Il farmacista dovrebbe spiegare al paziente per cosa viene usato ogni singolo prodotto, la potenziale duplicazione della terapia e le reazioni avverse che possono derivare dalle combinazioni dei medicinali.

I pazienti potrebbero considerare scomodo l’impiego di diversi farmaci contenenti un principio attivo solo e preferire l’uso di un prodotto composto. I farmaci con un principio attivo possono avere intervalli di dosaggio differenti (vedi Tabella 3) ed essere più costosi rispetto ad un prodotto composto. 

 

 

Tabella 3

Dosaggi raccomandati dei prodotti da banco utilizzati per il trattamento del raffreddore comune4,12

Farmaco

Adulti >12 anni

Bambini
6-12 anni

Bambini 2-6 anni*

 

Bromexina

16 mg 3 volte al giorno

8 mg 3 volte al giorno

4 mg 2 volte al giorno

 

Clorfenamina

4 mg 3-4 volte al giorno

2 mg 3-4 volte al giorno

Se ne sconsiglia l’uso

 

Codeina

 

 

 

 

Desclorfeniramina

6 mg 2 volte al giorno

Se ne sconsiglia l’uso

Se ne sconsiglia l’uso

 

Destrometorfano 

10-20 mg ogni 4-6 ore

5-10 mg ogni 4-6 ore

2,5-5 mg ogni 4-6 ore

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Efedrina

2-3 gocce/spruzzi
(max ogni 4 ore)

1-2 gocce/spruzzi
(max ogni 4 ore)

Se ne sconsiglia l’uso

 

Guaifenesina

200-400 mg ogni 4 ore
(max 2,4 g/giorno)

100-200 mg ogni 4 ore
(max 1,2 g/giorno)

50-100 mg ogni 4 ore
(max 300 mg/giorno)

 

Loratadina

10 mg ogni 24 ore

10 mg ogni 24 ore

5 mg ogni 24 ore

 

Nafazolina

2-3 gocce/1-2 spruzzi in ciascuna narice 2-3 volte/giorno

Se ne sconsiglia l’uso

Se ne sconsiglia l’uso

 

Oximetazolina

1-2 spruzzi per narice ogni 6-8 ore

Se ne sconsiglia l’uso

Se ne sconsiglia l’uso

 

Fenilefrina

1-2 gocce per narice ogni 6-8 ore

Se ne sconsiglia l’uso

Se ne sconsiglia l’uso

 

Pseudoefedrina

60 mg ogni 4-6 ore
(max 240 mg/giorno)

30 mg ogni 4-6 ore
(max 120 mg/giorno)

15 mg ogni 4-6 ore
(max 60 mg/giorno)

 

 

 

 

 

 

Triprolidina

2,5 mg ogni 4-6 ore

1,25 mg ogni 4-6 ore

4-6 anni: 0,938 mg ogni 4-6 ore
2-4 anni: 0,625 mg ogni 4-6 ore

 

Xilometazolina

2-3 gocce/1 spruzzo per narice 1-3 volte al giorno

Se me sconsiglia l’uso

Se me sconsiglia l’uso

 

‡ I dosaggi riportati e l’indicazione per il trattamento del raffreddore comune delle singole molecole sono quelli riportati dalla letteratura scientifica internazionale e non necessariamente corrispondono alle indicazioni dell’AIFA

*Non ci sono dosaggi raccomandati per bambini di età inferiore ai 2 anni, salvo che su consiglio e sotto controllo del medico.
Il dosaggio in base al peso dei bambini non è sempre disponibile.
Disponibile solo in associazione

 

 

Gli antistaminici da banco di prima generazione possono avere una certa efficacia nell’alleviare le risposte infiammatorie come naso gocciolante e lacrimazione eccessiva agli occhi, normalmente associate al raffreddore comune4,8,12. Essi impediscono l’interazione istamina-recettore ed il conseguente rilascio del mediatore. Gli effetti farmacologici degli antistaminici più recenti (di seconda e terza generazione) nel trattamento del raffreddore comune possono non corrispondere a quelli delle molecole precedenti. Ciò è dovuto al fatto che essi inibiscono il rilascio dei mediatori dei mastociti e possono ridurre il reclutamento cellulare, ma non hanno alcuna attività anticolinergica e, pertanto, nessuna attività che contrasti rinorrea e starnuti12. Nonostante un lieve beneficio clinico, gli antistaminici di prima generazione presentano rischi ed effetti indesiderati. I punti principali da prendere in considerazione sono effetti collaterali quali ansia, secchezza delle mucose, annebbiamento visivo, ritenzione urinaria e tachicardia. Questo implica potenziali controindicazioni in caso di presenza delle seguenti condizioni patologiche: glaucoma ad angolo chiuso, ipertrofia prostatica, aggravamento dell’asma acuta, ulcere peptiche ed uso concomitante di inibitori delle monoamino-ossidasi (IMAO) 4,12.

 

Credenza popolare: brodo di pollo e bevande alcoliche calde sono trattamenti efficaci contro il raffreddore.

Realtà: una scodella di brodo di pollo è un rimedio casalingo molto popolare. Per quanto i liquidi caldi possano alleviare il fastidio alla gola o la tosse, il brodo di pollo non ha alcuna particolare proprietà in grado di curare il raffreddore. Per quanto riguarda le bevande alcoliche calde, un altro rimedio popolare contro il raffreddore, quando si è ammalati bisognerebbe evitare l’assunzione di qualsiasi bevanda alcolica. 

 

Non è stata dimostrata la capacità dei sedativi della tosse di ridurre la frequenza o l’intensità della tosse in bambini ed adulti ed alcuni sconsigliano l’uso di questi medicinali6,12. Nonostante queste conclusioni, il destrometorfano offre un modesto beneficio clinico. I sedativi centrali della tosse sono sconsigliati dalle Linee Guida dell’American College of Chest Physicians a causa del rischio di infezioni secondarie del tratto respiratorio superiore7.

I decongestionanti sono i farmaci più comunemente usati nel trattamento dei sintomi associati al raffreddore comune, dal momento che, sostanzialmente, tutti i virus causano sintomi nasali. I decongestionanti topici disponibili sul mercato sono amine simpaticomimetiche che stimolano i recettori adrenergici dei vasi sanguigni, causando la costrizione dei vasi sanguigni nasali dilatati (oximetazolina e nafazolina)4. Questi prodotti ad uso topico possono provocare fastidi temporanei, quali bruciore, dolore, starnuti o aumento della produzione di muco nasale. Essi non dovrebbero essere usati per più di tre giorni, dal momento che un uso più frequente o prolungato può causare una congestione nasale o un peggioramento dei sintomi4,12. L’uso di decongestionanti topici è sconsigliato ai pazienti con malattie cardiache, ipertensione, malattia tiroidea, diabete o problemi minzionali dovuti a ipertrofia  prostatica, salvo che l’uso non sia stato consigliato da un medico.

L’oximetazolina è disponibile sul mercato sotto forma di spray nasale a base di polimeri gelificanti29. Questa nuova formulazione è attivata dal calore e ha come bersaglio la fonte della congestione da raffreddore, il che aiuta a trattenere il prodotto all’interno del naso.

I decongestionanti orali sono simpaticomimetici che attivano i recettori alfa-adrenergici dei vasi sanguigni nasali, producendo la contrazione della muscolatura liscia degli stessi. La pseudoefedrina presenta inoltre proprietà stimolanti dei recettori beta-adrenergici. Pertanto, con questi agenti possono prodursi effetti sistemici quali anoressia, insonnia, eccitazione, cefalea ed irritabilità4,12.

Gli anestetici locali in forma di compresse, pastiglie, collutori e spray sono disponibili per alleviare temporaneamente il mal di gola. Questi prodotti possono essere usati ogni tre/quattro ore. Alcuni contengono anche antisettici locali come cetilpiridinio cloruro, esilresorcinolo, mentolo e canfora. Non è stato dimostrato che gli antisettici locali siano efficaci contro le infezioni virali6; tuttavia, essi possono dare un temporaneo sollievo. I farmacisti dovrebbero consigliare ai pazienti con precedenti di reazioni allergiche agli anestetici di evitare prodotti contenenti benzocaina12.

Analgesici sistemici quali acido acetilsalicilico, ibuprofene, naproxene, ketoprofene e paracetamolo possono essere usati negli adulti soltanto in presenza di cefalea o febbre. Alcune ricerche suggeriscono che, negli adulti, l’acido acetilsalicilico e il paracetamolo sopprimono le risposte immunitarie ed aumentano la nasocostrizione4,12.

L’uso dell’acido acetilsalicilico è stato collegato allo sviluppo della sindrome di Reye nei bambini in guarigione da influenza o varicella. La sindrome di Reye è una patologia rara ma grave, che colpisce normalmente bambini di età compresa tra tre e 12 anni e può colpire tutti gli organi, soprattutto cervello e fegato. Per quanto la maggior parte dei bambini sopravvissuti ad un episodio di sindrome di Reye non soffrano di alcuna conseguenza duratura, la malattia può portare a danni permanenti al cervello o alla morte. L’American Academy of Pediatrics raccomanda di non somministrare acido acetilsalicilico o qualsiasi altro farmaco che lo contenga a bambini ed adolescenti in caso di qualsiasi malattia virale, in particolare varicella o influenza6,12.

Occorre sottolineare che, nell’ottobre 2007, la FDA ha organizzato un convegno per discutere sui dubbi sollevati da alcuni resoconti su gravi reazioni avverse nei bambini associate all’uso di medicinali da banco per la tosse ed il raffreddore. Tali resoconti si riferivano a casi in cui i farmaci venivano somministrati ai bambini con dosaggio o frequenza superiori a quelli raccomandati o all’uso di più di un farmaco contenente lo stesso principio attivo. Come risultato di questi dubbi, nell’ottobre 2007 tutti i farmaci ad uso orale per la tosse ed il raffreddore nei neonati e nei bambini di età inferiore ai due anni sono stati volontariamente ritirati dal mercato statunitense30.

 

 

 

Terapie con farmaci da prescrizione

 

Key Point: I farmaci da prescrizione hanno rivelato un’efficacia limitata nel trattamento dei sintomi del raffreddore comune e nella sua prevenzione. L’efficacia e la sicurezza degli integratori per il trattamento e la prevenzione del raffreddore comune non sono supportate da studi clinici su larga scala

 

Keywords: Raffreddore comune terapia, antibiotici, interferone alfa, vitamina C, vitamina E, echinacea, zinco gluconato, zinco acetato,

 

 

Anche i farmaci da prescrizione hanno rivelato un’efficacia limitata nel trattamento dei sintomi associati al raffreddore comune o della sua prevenzione. Gli antibiotici non sono in grado di uccidere i virus e, pertanto, dovrebbero essere usati soltanto in caso di complicanze batteriche, quali sinusiti od otiti. L’uso degli antibiotici a scopo profilattico non previene le infezioni batteriche secondarie4. L’interferone alfa è stato ampiamente studiato in relazione al trattamento del raffreddore comune. I ricercatori hanno dimostrato che, se assunto in dosi quotidiane mediante spray nasale, l’interferone è in grado di prevenire l’infezione e la malattia. Tuttavia, esso causa pesanti effetti collaterali quali emorragia nasale, cefalea ed affaticamento e non sembra essere utile nel trattamento del raffreddore già contratto.

 

Integratori vitaminici, minerali ed erboristici

 

Oggi i pazienti usano diversi integratori vitaminici, minerali ed erboristici per prevenire e trattare il raffreddore comune. Questo fatto comporta significative implicazioni per i farmacisti ed i pazienti, dal momento che l’uso di questi prodotti per prevenire il raffreddore non può essere documentato clinicamente.

Una credenza molto comune è che l’assunzione di grandi quantità di vitamina C possa prevenire il raffreddore o alleviarne i sintomi. Per verificare questa teoria sono stati condotti diversi studi controllati su larga scala su bambini ed adulti. Ad oggi, nessun dato incontrovertibile dimostra che grandi quantità di vitamina C siano in grado di prevenire il raffreddore. Questa vitamina può attenuare la gravità o ridurre la durata dei sintomi, ma mancano a tal riguardo prove definitive.4,31 Inoltre, l’assunzione di grandi quantità di vitamina C per lunghi periodi di tempo può provocare diarrea (un pericolo in particolare per anziani e bambini piccoli) o alterare i risultati dei test di laboratorio comunemente praticati per misurare la concentrazione del glucosio nelle urine e nel sangue. La combinazione di farmaci anticoagulanti orali e quantità eccessive di vitamina C può produrre risultati anomali nei test sulla coagulazione (per esempio, riducendo il tempo di protrombina)4.

 

Credenza popolare: elevate quantità di vitamina C possono prevenire il raffreddore comune o consentire di curarlo più rapidamente.

Realtà: queste proprietà non sono state dimostrate. Tuttavia, per la salute generale di ciascuno è importante assumere la dose minima giornaliera raccomandata di vitamina C (90 mg/giorno per gli uomini e 75 mg/giorno per le donne dai 18 anni in su).32

 

Anche la vitamina E è stata studiata in relazione alla prevenzione del raffreddore. Uno studio ha rilevato che soggetti anziani dai 65 anni in su, ricoverati in casa di cura per anziani, che assumevano vitamina E (200 UI) ogni giorno per un anno presentavano una probabilità del 20% inferiore di essere colpiti da raffreddore comune rispetto a quelli che non la assumevano. Tuttavia, l’integrazione vitaminica non ha rivelato alcun effetto sull’incidenza o sulla durata di altre infezioni del tratto respiratorio oggetto dello studio33.

L’echinacea è una delle più popolari piante medicinali al mondo. Come nel caso della maggior parte dei rimedi contro il raffreddore, tuttavia, anche l’efficacia terapeutica dell’echinacea nel trattamento e nella prevenzione di questa malattia è stata oggetto di discussione. Una recente meta-analisi ha concluso che la letteratura disponibile sull’argomento suggerisce una qualche efficacia dell’echinacea nel trattamento del raffreddore comune, anche se questa conclusione non è basata su un’analisi statistica34. Anche alcuni trial condotti su raffreddori indotti sperimentalmente non sono stati in grado di rilevare alcuna superiorità significativa rispetto al placebo6,34.

Le prove raccolte suggeriscono che i pazienti non dovrebbero assumere echinacea per più di otto settimane consecutive, a causa di una potenziale soppressione del sistema immunitario. L’echinacea non dovrebbe inoltre essere assunta dalle donne che allattano o in gravidanza e dai bambini di età inferiore ai due anni. L’echinacea appartiene alla famiglia delle asteracee, che rappresenta la seconda famiglia di piante da fiore più grande, con più di 20.000 specie note, tra le quali quelle più comuni sono l’aster, la margherita e il girasole; pertanto, i pazienti allergici a queste piante dovrebbero astenersi dall’assumere echinacea, così come anche i soggetti con un sistema immunitario compromesso (per esempio, pazienti affetti da artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico o sclerosi multipla) o che assumono farmaci immunosoppressori12.

I risultati dei trial clinici condotti per testare l’efficacia delle compresse di zinco gluconato o di acetato di zinco sono contrastanti. Questa incoerenza può probabilmente essere attribuita alla riduzione dell’efficacia dello zinco a causa dei cambiamenti di formulazione effettuati nel tentativo di mascherare le sgradevoli proprietà di questo minerale6,36. Recenti studi hanno dimostrato che il trattamento con gel nasale a base di zinco è efficace nel ridurre la durata e la gravità dei sintomi del raffreddore comune se applicato entro 24 ore dalla comparsa dei sintomi36. Ai pazienti dovrebbe essere consigliato di cominciare il trattamento al primo segnale di sintomi di raffreddore e di continuarlo fino alla risoluzione dei sintomi, salvo diversa indicazione.

Studi isolati hanno ipotizzato un’associazione tra l’uso di gel nasali a base di zinco e la comparsa di anosmia (perdita totale di percepire gli odori), per quanto nessun trial clinico abbia riportato questa perdita o diminuzione dell’olfatto. Tutti i casi in relazione ai quali è stata rilevata l’anosmia comportano l’uso di gel a base di zinco, applicato all’interno del naso mediante un dispenser. Lo spruzzo veniva fatto energicamente e quasi tutti i pazienti hanno riportato una sensazione intensa di bruciore, che poteva durare da qualche minuto a qualche ora. I pazienti hanno anche segnalato la sensazione di anosmia nei giorni immediatamente successivi37,38. Un uso prolungato di zinco gluconato intranasale può portare ad un numero significativo di casi di anosmia. In base ai dati attualmente disponibili è impossibile stimare l’incidenza di questa sindrome. Pertanto, il rapporto rischi/benefici appare sfavorevole per l’uso di un prodotto che ha la possibilità di causare anosmia permanente38.

Molte altre sostanze sono state studiate in relazione alla prevenzione ed al trattamento del raffreddore comune. Alcuni esempi sono: sieroproteina lattoferrina, artiglio del diavolo, bacche di sambuco, efedra, aglio, panax ginseng, Hydrastis canadensis, marrubio, arabinogalattano dal larice, liquirizia, estratto di foglie d’olivo, astragalo, baptisia, ciliegia selvatica, isatis e yerba santa. Per nessuno di questi prodotti esistono prove scientifiche a sostegno della loro sicurezza ed efficacia, pertanto i farmacisti non dovrebbero consigliarne l’uso. 

 

Credenza popolare: i rimedi erboristici sono trattamenti efficaci per il raffreddore comune.

Realtà: l’echinacea ed altre erbe sono ampiamente pubblicizzate come rimedi contro il raffreddore. Alle pastiglie di zinco si attribuisce la capacità di curare rapidamente questa malattia. Tuttavia, l’efficacia e la sicurezza di questi rimedi non sono supportate da studi clinici su larga scala.

 

 

IL RUOLO DEL FARMACISTA

 

Key Point: La maggior parte dei raffreddori è autolimitante, normalmente i sintomi si risolvono da sé in 7-10 giorni. Per la maggior parte dei pazienti, il trattamento è sintomatico e focalizzato sui sintomi più fastidiosi. Una terapia specifica senza prescrizione può alleviare i sintomi del raffreddore ma dovrebbe essere praticata con cautela, soprattutto nei pazienti a rischio

 

Keywords: : Raffreddore comune ruolo del farmacista, raffreddore comune counseling

 

 

Educazione

 

Ai farmacisti vengono rivolte numerose domande sul raffreddore comune ed i problemi ad esso associati. Dal momento che ciascun paziente può sperimentare uno o più tra i possibili sintomi del raffreddore, il farmacista dovrebbe in primo luogo stabilire quali sono i sintomi più gravi. Nel caso in cui le domande sulla storia medica del paziente o sull’uso da parte dello stesso di particolari farmaci non rivelassero alcuna causa di esclusione del paziente dall’autotrattamento, il farmacista può raccomandare un prodotto mirato per specifici sintomi. Al paziente dovrebbero inoltre essere rivolte domande sull’autotrattamento di attuali o precedenti episodi di raffreddore e sull’efficacia di tali trattamenti.

 

Counseling

 

I pazienti affetti da raffreddore possono richiedere un apposito counseling da parte del farmacista. Al fine di dare i consigli più appropriati, il farmacista deve avere presenti i sintomi collegati al raffreddore comune. Egli deve rivolgere al paziente domande sufficienti ad assicurare che i sintomi non siano riferibili ad una condizione patologica più seria. In caso di dubbio, è consigliabile indirizzare il paziente da un medico. Le misure non farmacologiche possono essere efficaci nell’alleviare i fastidi associati ai sintomi del raffreddore comune. Il farmacista dovrebbe spiegare al paziente le misure non farmacologiche più appropriate in relazione ai sintomi da questo avvertiti. 

Nel caso in cui sia consigliabile ricorrere a misure farmacologiche, l’obiettivo dell’assunzione di ciascun medicinale dovrebbe essere spiegato al paziente, il quale dovrebbe anche essere consigliato su come somministrare in sicurezza il farmaco, al fine di ottimizzarne l’efficacia. Il paziente dovrà anche essere informato sugli effetti collaterali, l’interazione con altri farmaci e le precauzioni da adottare12. Per quanto riguarda i decongestionanti nasali spray, è importante valutare la tecnica di somministrazione del prodotto. Ricordarsi di sottolineare l’importanza di usare questi prodotti soltanto per un massimo di tre giorni in modo da evitare una nuova congestione..

 

 

Invio al medico

 

In caso di peggioramento dei segni e sintomi del raffreddore, i pazienti dovrebbero essere incoraggiati a consultare il proprio medico. L’invio ad un medico è necessario per i pazienti che rientrano nei casi di esclusione dall’autotrattamento (vedi Tabella 4 ). Normalmente, per i pazienti con raffreddori privi di complicanze non è necessario alcun follow-up.

 

Tabella 4

Quando rinviare un paziente ad un medico4,12

  • Espulsione di una quantità significativa di muco con la tosse
  • Respiro affannoso
  • Letargia/stanchezza inusuale
  • Incapacità di trattenere alimenti o liquidi o scarsa assunzione di liquidi
  • Cefalea in aumento o dolore facciale o alla gola
  • Mal di gola molto intenso che interferisce con la deglutizione
  • Febbre > 39,3ºC
  • Dolore al petto o allo stomaco
  • Linfoadenopatia laterocervicale
  • Mal d’orecchi

 

     

 

 

CONCLUSIONI

 

Dal momento che la maggior parte dei raffreddori è autolimitante, normalmente i sintomi si risolvono da sé in 7-10 giorni. Per la maggior parte dei pazienti, il trattamento è sintomatico e focalizzato ai sintomi più fastidiosi. Una terapia specifica senza prescrizione può alleviare i sintomi del raffreddore ma dovrebbe essere praticata con cautela, soprattutto in pazienti a rischio. I pazienti dovrebbero stare attenti al peggioramento dei sintomi ed alla comparsa di complicanze. L’invio ad un medico è necessario per i pazienti con sintomi che suggeriscono la presenza di rinite allergica, otite media, sinusite o disturbi del tratto respiratorio inferiore, quali polmonite, asma o bronchite.

Per quanto riguarda il raffreddore comune, la prevenzione rappresenta l’elemento essenziale. Una buona igiene delle mani che comprenda frequenti lavaggi e l’uso di appositi sanitizzanti è ancora l’intervento di prevenzione più efficace. Gli acidi organici comunemente usati hanno un’attività virucida contro i rinovirus che dura alcune ore dopo l’applicazione, con importanti implicazioni per la prevenzione di queste infezioni. Quest’operazione semplice e sicura sembra costituire lo strumento più ragionevole di cui attualmente disponiamo per prevenire il raffreddore comune. 

 

BIBLIOGRAFIA

 

1. Roxas M, Jurenka J. Colds and influenza: a review of diagnosis and conventional, botanical and nutritional considerations. Altern Med Rev. 2007;12:25-48.

2. Don't catch me if you can. Nat Struct Mol Biol. 2004;11:385.

3. Acs N, Banhidy F, Horvath-Puho E, Czeizel AE. Population-based case-control study of the common cold during pregnancy and congenital abnormalities. Eur J Epidemiol. 2006;21:65-75.

4. Pray WS. Nonprescription Product Therapeutics. 2nd ed. Baltimore, MD: Lippincott Williams & Wilkins; 2006:235-264.

5. Atmar RL. Uncommon(ly considered) manifestations of infection with rhinovirus, agent of the common cold. Clin Infect Dis. 2005;41:266-267.

6. National Institute of Allergy and Infectious Disease. Common cold. Available at: http://www3.niaid.nih.gov/healthscience/healthtopics/colds/overview.htm. Accessed September 3, 2007.

7. Pratter MR. Cough and the common cold: ACCP evidence-based clinical practice guidelines. Chest. 2006;129(suppl 1):72S-74S.

8. Simasek M, Blandino DA. Treatment of the common cold. Am Fam Physician. 2007;75:515-520.

9. Charles CH, Yelmene M, Luo G. Recent advances in rhinovirus therapeutics. Curr Drug Targets Infect Disord. 2004;4:331-337.

10. Fendrick AM, MontoAS, Nightengale B, Sarnes M. The economic burden of non-influenza-related viral respiratory tract infection in the United States. Arch Intern Med. 2003;163:487-494.

11. Blacklow SC. Catching the common cold. Nat Struct Mol Biol. 2004;11:388-390.

12. Berardi RR, Kroon LA, McDermott JH, et al. Handbook of Nonprescription Drugs: An Interactive Approach to Self-Care. 15th ed. Washington, DC: APhA Publications; 2006:201-228.

13. Gwaltney JM. Clinical significance and pathogenesis of viral infections. Am J Med. 2002;112:(suppl 6A):13S-18S.

14. Rao SS, Hendley JO, Hayden FG, Gwaltney JM. Symptom expression in natural and experimental rhinovirus colds. Am J Rhinol. 1995;9:49-52.

15. Gwaltney JM, Hendley JO, Simon G, Jordan WS Jr. Rhinovirus infections in an industrial population II. Characteristics of illness and antibody response. JAMA. 1967;202:494-500.

16. Gwaltney JM, Hayden FG. Response to psychological stress and susceptibility to the common cold. N Engl J Med. 1992;326:644-645.

17. Douglas RG, Lingren KM, Couch RB. Exposure to cold environment and rhinovirus common cold: failure to demonstrate effect. N Engl J Med. 1968;279:742-747.

18. Hannigan B. Immunonutrition. In: Eccles R, ed. Mind, Diet and the Common Cold. International Congress and Symposium Series 239. London: Royal Society of Medicine Press; 1998:27-46.

19. Steptoe A, Cohen S. Psychoneuroimmunology, stress and the common cold. In: Eccles R, ed. Mind, Diet and the Common Cold. International Congress and Symposium Series 239. London: Royal Society of Medicine Press; 1998:11-25.

20. Eccles R. The common cold: interactions between man and virus. In: Eccles R, ed. Mind, Diet and the Common Cold. International Congress and Symposium Series 239. London: Royal Society of Medicine Press; 1998:1-10.

21. D'Alessio DJ, Meschievitz CK, Peterson JA, et al. Short-duration exposure and transmission of rhinoviral colds. J Infect Dis. 1984;150:189-194.

22. Turner RB. Epidemiology, pathogenesis and treatment of the common cold. Ann Allergy Asthma Immunol. 1997;78:531-540.

23. Gwaltney JM, Moskalski PB, Hendly JO. Hand-to-hand transmission of rhinovirus. Ann Intern Med. 1978;88:463-467.

24. Ansari SA, Springthorpe VS, Sattar, et al. Potential role of hands in the spread of respiratory viral infections: studies with human parainfluenza virus 3 and rhinovirus 14. J Clin Microbiol. 1991;29:2115-2119.

25. Turner RB, Hendley JO. Virucidal hand treatment for prevention of rhinovirus infection. J Antimicrob Chemother. 2005;56:805-807.

26. Turner RB, Biedermann KA, Morgan JM, et al. Efficacy of organic acids in hand cleansers for prevention of rhinovirus infections. Antimicrob Agents Chemother. 2004;48:2595-2598

27. Kuhrt MF, Fancher MJ, McKinlay MA, Lennert SD. Virucidal activity of glutaric acid and evidence for dual mechanism of action. Antimicrob Agents Chemother. 1984;26:924-927.

28. Zukowski C, Boyer A, Andrews S, et al. Immediate and persistent antibacterial and antiviral efficacy of a novel hand sanitizer. Presented at: 47th Annual Interscience Conference on Antimicrobial Agents and Chemotherapy; Chicago, IL; September 17-20, 2007.

29. Procter & Gamble. Vicks Early Defense foaming hand sanitizer and nasal microgel spray fact sheet. 2007. Available at: http://www.vicks.com/early-defense. Accessed October 17, 2007.

30. U.S. Food and Drug Administration. Use caution with cough and cold medicines for children. August 16, 2007. Available at: http://www.fda.gov/consumer/updates/cold081607.html. Accessed September 3, 2007.

31. Sasazuki S, Sasaki S, Tsubono Y, et al. Effect of vitamin C on common cold: randomized controlled trial. Eur J Clin Nutr. 2006;60:9-17.

32. USDA. Dietary Reference Intakes: Recommended Intakes for Individuals. 2002. Available at: http://www.iom.edu/Object.File/Master/21/372/0.pdf. Accessed October 17, 2007.

33. Burton A. Fewer colds with increased vitamin E intake. Lancet Infect Dis. 2004;4:600.

34. Schoop R, Klein P, Suter A, Johnston SL. Echinacea in the prevention of induced rhinovirus colds: a meta-analysis. Clin Ther. 2006;28:174-83.

35. Shermer M. Airborne baloney. Sci Am. 2007;296:32.

36. Hulisz D. Efficacy of zinc against common cold viruses: an overview. J Am Pharm Assoc. 2004;44:594-603.

37. Alexander TH, Davidson TM. Intranasal zinc and anosmia: the zinc-induced anosmia syndrome. Laryngoscope. 2006;116:217-220.

38. Eby GA, Halcomb WW. Ineffectiveness of zinc gluconate nasal spray and zinc orotate lozenges in common-cold treatment: a double-blind, placebo-controlled clinical trial. Altern Ther Health Med. 2006;12:34-38.

 

1. In quale tra le seguenti popolazioni è più frequente il raffreddore comune?

 

A.

Bambini in età scolare

B.

Uomini di età compresa tra 20 e 30 anni

C.

Soggetti oltre i 60 anni  

D.

La stessa incidenza è riscontrabile in tutti i gruppi di età

 

 

 

2. Quale tra i seguenti non è un fattore di rischio che aumenta la trasmissione del raffreddore comune:

 

A.

Status socioeconomico basso

B.

Fumo

C.

Respirare aria eccezionalmente secca

D.

Esporsi ad un ambiente freddo o umido

 

 

 

3. Il virus più frequentemente responsabile del raffreddore comune è:

 

A.

Il virus dell’influenza

B.

Il coronavirus

C.

Il rinovirus

D.

Il virus respiratorio sinciziale

 

 

 

4. In quale periodo dell’anno i rinovirus sono più attivi?

 

A.

Inizio autunno, primavera ed estate

B.

Inverno ed inizio primavera

C.

Estate e fine autunno

D.

Inizio autunno, inverno e primavera

 

 

 

5. Il raffreddore comune dura circa sette giorni, con ondate di sintomi dall’inizio alla fine. Quali sono i sintomi tipici che si presentano?

 

A.

Mal di gola, congestione nasale, starnuti, tosse e rinorrea

B.

Formicolio alla gola, congestione nasale, tosse, cefalea e febbre alta

C.

Mal di gola, congestione nasale, starnuti ed affaticamento estremo

D.

Formicolio alla gola, starnuti, cefalea e comparsa improvvisa

 

6. Quale tra le seguenti condizioni non mette i pazienti a rischio di più serie complicanze da raffreddore comune?

 

A.

Asma

B.

Fibrosi cistica

C.

Diabete

D.

Bronchite cronica

 

 

 

7. Quale tra le seguenti non è una via di trasmissione del raffreddore comune?

 

A.

Inalare piccole particelle di secrezioni infette nell’aria per brevi periodi di tempo

B.

Inalare grosse particelle di secrezioni infette nell’aria per brevi periodi di tempo

C.

Inalare piccole particelle di secrezioni infette nell’aria per lunghi periodi di tempo

D.

Toccare secrezioni infette sulla pelle o sulle superfici e quindi toccarsi gli occhi o il naso

 

 

 

8. Quale tra le seguenti è una buona misura per prevenire il raffreddore comune?

 

A.

Lavarsi frequentemente le mani con acqua tiepida e sapone per 15 secondi

B.

Evitare l’esposizione ravvicinata e prolungata a persone infette

C.

Usare disinfettanti virucidi sulle superfici dell’ambiente circostante

D.

Tutte le risposte precedenti

 

 

 

9. Le misure non farmacologiche per il trattamento dei sintomi del raffreddore comune comprendono:

 

A.

Attività fisica

B.

Dieta

C.

Riposo a letto

D.

Riduzione dell’assunzione di liquidi

 

 

 

 

 

 

10. Qual è la categoria di farmaci più frequentemente usata nel trattamento del raffreddore comune?

 

A.

Antistaminici

B.

Sedativi della tosse

C.

Decongestionanti

D.

Anestetici locali

 

 

 

11. I decongestionanti topici sono sconsigliati ai pazienti affetti da quale tra le seguenti patologie?

 

A.

Asma

B.

Bronchite

C.

Cardiopatia

D.

Ipotensione

 

 

 

12. Il dosaggio raccomandato per i prodotti da banco contro tosse/raffreddore destinati ai bambini di età inferiore ai 2 anni è:

 

A.

Basato sul peso

B.

10-20 mg ogni 4 ore

C.

2-3 gocce/spruzzo

D.

Se ne sconsiglia l’uso

 

 

 

13. L’acido acetilsalicilico non dovrebbe essere usato nei bambini per il trattamento della cefalea o della febbre perché:

 

A.

È associato ad un aumento del rischio di emorragia gastrointestinale  

B.

Non riduce la febbre nei bambini

C.

È associato ad un aumento del rischio di sindrome di Reye

D.

Non è stata stabilita una posologia adatta ai bambini