2008-05

INTEGRATORI ALIMENTARI IN AMBITO SPORTIVO: EVIDENZE DISPONIBILI E RUOLO DEL FARMACISTA

 Revisione scientifica: Dr. Massimo Locatelli Responsabile Area Grande Automazione Diagnostica e Ricerca Ospedale San Raffaele Partner dell’Unione Ciclistica InternazionaleAutori: Dr. Brian Gosa, PharmD Farmacista clinico/membro dello staff farmacisti Vaughan Regional Medical Center Selma, Alabama, USA

Autore: Dr. Paul D. Walker, PharmD, BCPS Assistente di pratica farmaceutica Auburn University, Harrison School of Pharmacy Assistente di medicina interna University of Alabama School of Medicine Tuscaloosa, USA

SCOPO DELL'ATTIVITÀ

Fornire al farmacista informazioni utili a consentirgli di assistere e consigliare il cliente nell’uso di integratori alimentari al fine  di migliorare la performance sportiva.

 

OBIETTIVI DIDATTICI

 

Scopo di questa monografia di aggiornamento è

 

  • elencare gli integratori alimentari più comunemente utilizzati per il miglioramento  della performance sportiva;
  • indicare a quali dosaggi i vari integratori alimentari vengono comunemente utilizzati per il miglioramento della performance sportiva;
  • illustrare  i potenziali benefici connessi al consumo di integratori alimentari per aumentare la performance sportiva;
  • illustrare i potenziali effetti avversi derivanti dall'assunzione di integratori alimentari al fine di migliorare la performance sportiva

 

Keywords: Performance atletica, commissione per la vigilanza ed il controllo sul doping, integratori sportivi efficacia, integratori sportivi effetti indesiderati

 

Key Point: Per proprietà ergogene, ci si riferisce a sostanze o trattamenti utilizzati nel tentativo di migliorare le funzioni fisiologiche, psicologiche o biomeccaniche importanti per lo sport.

 

Il consumo di sostanze atte a migliorare la performance sportiva  è notevolmente cresciuto nel corso degli ultimi anni. Nello sport professionistico l'uso di farmaci  quali, ed esempio, gli steroidi anabolizzanti e il DHEA (deidroepiandrosterone) al fine di potenziare la performance sportiva  è rigorosamente vietato e sanzionato. Forse proprio per il controllo ed il tentativo di contrastare l'uso e la diffusione di farmaci esercitato dal Ministero della Salute, attraverso la Commissione per la vigilanza ed il controllo sul doping, e dalle associazioni sportive deputate, tra cui il Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI), ha spinto verso l’utilizzo di integratori alimentari con presunte proprietà ergogene  (vedi Tabella 2). Per proprietà ergogene, ci si riferisce a sostanze o trattamenti utilizzati nel tentativo di migliorare le funzioni fisiologiche, psicologiche o biomeccaniche importanti per lo sport.

Di integratori alimentari mirati a potenziare la performance sportiva se ne trovano in commercio ormai a centinaia, in vendita in farmacia, nella grande distribuzione, nei negozi specializzati e nelle palestre. Nel 2004, secondo la rivista Nutrition Business Journal, gli statunitensi hanno speso 1,9 miliardi di dollari in integratori per lo sport1. In Italia ben l'83,5% di tutti gli integratori alimentari sono venduti in farmacia (dati IRI Infoscan 2004). La maggior parte degli integratori alimentari utilizzati in ambito sportivo promette di migliorare la resistenza, aumentare la forza, promuovere la crescita muscolare e bruciare più rapidamente i grassi.

In Italia l’utilizzo di integratori alimentari destinati all’utilizzo in ambito sportivo è regolato da apposita normativa [Circolare 8 del 7 giugno 1999 – G.U. n.135 dell’11.6.1999 : Linee guida sugli alimenti adattati ad un intenso sforzo muscolare soprattutto per gli sportivi (vedi Box 1)].

Questa circolare ribadisce che, in attesa di sviluppi normativi che portino ad un inquadramento autonomo degli integratori alimentari e degli alimenti arricchiti, essi ricadono nell’art.7 del DL 111/92, che ne disciplina la commercializzazione. I prodotti di cui al DL 111/92,  si distinguono dagli alimenti di consumo corrente per la loro particolare composizione o per il particolare processo di fabbricazione e devono rispondere alle esigenze nutrizionali particolari di persone, il cui processo di assimilazione o il cui metabolismo è perturbato,  o che si trovano in condizioni fisiologiche particolari, quali lattanti o bambini nella prima infanzia in buona salute. Nel decreto sono precisate le indicazioni sia che devono o che  non devono  comparire in etichetta; in particolare l’attribuzione di proprietà atte a prevenire, curare o guarire malattie. L’allegato 1 identifica i gruppi di prodotti per i quali sono previste disposizioni particolari oggetto di specifici decreti ministeriali (vedi Tabella 1).

 

Tabella 1 - Prodotti per i quali sono previste disposizioni particolari (Allegato 1 al DL 111/92)

 

                • Formule per lattanti

                • Formule di proseguimento ed altri alimenti per lo svezzamento

                • Altri alimenti per la prima infanzia

                • Alimenti con valore energetico scarso o ridotto destinati al controllo del peso

                • Alimenti destinati a fini medici speciali

 

 

                • Alimenti con scarso tenore di sodio compresi i sali dietetici, iposodici, asodici

                • Alimenti senza glutine

                • Alimenti adattati ad un intenso sforzo muscolare soprattutto per gli sportivi

                • Alimenti destinati ad individui affetti da turbe del metabolismo glucidico (diabete)

 

 

Pur esistendo una normativa che regoli l’immissione in commercio, dosaggio e composizione degli ingredienti, l’etichettatura e vari altri aspetti degli integratori con proprietà ergogene, ovvero di miglioramento della performance atletica, la maggior parte di tali integratori, ad eccezione di pochi specificamente sottoposti a studio, mancano di dati scientifici sia a conferma della loro  efficacia che di informazione per quanto riguarda  eventuali effetti indesiderati o interazioni con farmaci o alimenti.

La crescente richiesta da parte del pubblico, d'altro canto, ha costretto i professionisti della salute, a tutti i livelli, ad acquisire maggiori informazioni in materia di integratori alimentari. Considerando la mancanza di dati riguardo all'efficacia e alla sicurezza di detti prodotti, è essenziale che il farmacista sia pronto a rispondere alle domande più disparate poste dal consumatore. La presente monografia di aggiornamento passa in rassegna alcuni dei prodotti ergogeni più diffusi in commercio, illustrandone meccanismo d'azione, esito degli studi cui sono stati sottoposti ed effetti collaterali noti.

 

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BOX 1

Linee guida sugli alimenti adattati ad un intenso sforzo muscolare soprattutto per gli sportivi

CIRCOLARE 7 giugno 1999, n.8 (da Gazzetta Ufficiale n. 135 del 11-06-1999)

Allegato 1
LINEE GUIDA SUGLI ALIMENTI ADATTATI AD UN INTENSO SFORZO MUSCOLARE SOPRATTUTTO PER GLI SPORTIVI.
Tutti gli alimenti adattati ad un intenso sforzo muscolare soprattutto per gli sportivi devono essere formulati in modo confacente alle esigenze nutrizionali per il tipo di attività svolta, ed assicurare un'ottimale biodisponibilità dei nutrienti apportati.
Gli alimenti adattati ad un intenso sforzo muscolare soprattutto per gli sportivi sono collocabili nelle seguenti categorie:
a) prodotti finalizzati ad una integrazione energetica;
b) prodotti con minerali destinati a reintegrare le perdite idrosaline causate dalla sudorazione conseguente alla attività muscolare svolta;
c) prodotti finalizzati all'integrazione di proteine;
d) prodotti finalizzati all'integrazione di aminoacidi e derivati;
e) altri prodotti con valenza nutrizionale, adattati ad un intenso sforzo muscolare;
f) combinazione dei suddetti prodotti.
L'etichettatura deve riportare le specifiche modalità d'uso, con particolare riferimento alle dosi/porzioni consigliate, nonché le avvertenze, ove previste. In linea generale, l'uso di tali prodotti è sconsigliato in
gravidanza ed in età pediatrica.
 
A) Prodotti finalizzati ad una integrazione energetica
Sono a base di carboidrati a vario grado di polimerizzazione. Devono essere integrati con vitamine del gruppo B (B1-B2-B6-PP) e vitamina C ed, eventualmente, con altri nutrienti ad azione antiossidante.
Se sono presenti lipidi in quantità significativa e con finalità energetica, qualora contenenti polinsaturi, è obbligatoria l'integrazione con vitamina E (0,4 mg/g di acidi grassi polinsaturi). L'apporto energetico non deve essere inferiore a 200 Kcal per porzione, salvo prodotti destinati a situazioni particolari (es. razioni di attesa).
Il numero delle porzioni consigliate deve essere correlato alla durata della prestazione ed all'entità dello sforzo. L'apporto di vitamine deve essere tale da fornire per porzione una quantità delle medesime non inferiore al 30% dei livelli di assunzione giornalieri raccomandati.
B) Prodotti con minerali destinati a reintegrare le perdite idrosaline causate dalla sudorazione conseguente all'attività muscolare svolta.
Contengono elettroliti per reintegrare le perdite idrosaline causate dalla sudorazione conseguente all'attività muscolare svolta. Le basi caloriche devono essere costituite da carboidrati semplici e/o maltodestrine.
La concentrazione nel prodotto pronto per l'uso deve essere compresa tra il 2-6%, in funzione della destinazione d'uso. L'integrazione con vitamina C ed eventualmente con altri nutrienti è facoltativa.
 
La concentrazione degli elettroliti, nella forma pronta per l'uso,
deve essere:
_____________________________________________________________________
Ione      | Non piu' di mEq/l    | Corrispondenti a mg/l
__________|______________________|______________________________
Sodio     | 45 mEq/l             | 1035 mg/l
__________|______________________|______________________________
Cloro     | 36 mEq/l             | 1278 mg/l
__________|______________________|______________________________
Potassio  | 7,5 mEq/l            | 292 mg/l
__________|______________________|______________________________
Magnesio  | 4,1 mEq/l **         | 50 mg/l
__________|______________________|______________________________
** La presenza del magnesio e' auspicabile.
 
 
C) Prodotti finalizzati ad una integrazione di proteine.
L'indice chimico delle proteine utilizzate deve essere pari almeno all'80% di quello della proteina di riferimento FAO/OMS. Le calorie fornite dalla quota proteica devono essere dominanti rispetto alle calorie totali fornite dal prodotto. Deve essere presente la vitamina B6 in quantità non inferiore a
0,02 mg/g di proteine.
AVVERTENZE DA RIPORTARE IN ETICHETTA
L'apporto totale di proteine (dieta più integratore) non deve essere superiore a 1,5 g/die/kg peso corporeo.
In caso di uso prolungato (oltre le 6-8 settimane) è necessario il parere del medico.
Il prodotto è controindicato nei casi di patologia renale, epatica, in gravidanza e al di sotto dei 12 anni.
 
D) Prodotti finalizzati all'integrazione di aminoacidi e derivati.
1. Aminoacidi ramificati.
La quantità di assunzione giornaliera non deve essere, di norma, superiore a 5 g (come somma dei tre ramificati).
È preferibile il rapporto 2:1:1 rispettivamente di leucina, isoleucina e valina.
È consigliabile l'associazione con vitamine B1 e B6, il cui apporto deve essere tale da fornire, per dose consigliata, una quantità delle medesime non inferiore al 30% della RDA (razione giornaliera raccomandata).
AVVERTENZE DA RIPORTARE IN ETICHETTA
In caso di uso prolungato (oltre le 6-8 settimane) è necessario il parere del medico.
Il prodotto è controindicato nei casi di patologia renale, in gravidanza e al di sotto dei 12 anni.
2. Aminoacidi essenziali ed altri aminoacidi.
Devono essere presenti in idonee proporzioni tra loro. Vanno specificate le indicazioni d'uso del prodotto. Le quantità di aminoacidi apportate devono essere tali da consentire una assunzione giornaliera frazionata e tener conto delle altre fonti proteiche assunte con la dieta.
AVVERTENZE DA RIPORTARE IN ETICHETTA
In caso di uso prolungato (oltre le 6-8 settimane) è necessario il parere del medico.
Il prodotto è controindicato nei casi di patologia renale, epatica, in gravidanza e al di sotto dei 12 anni.
3. Prodotti contenenti derivati di aminoacidi.
Creatina: è un derivato aminoacidico con funzione di riserva di fosfati energetici a livello muscolare.
L'utilizzo di creatina si può configurare, come per altre sostanze sintetizzate dall'organismo, a fini dietetici in relazione a particolari esigenze legate, per esempio, ad un aumentato fabbisogno o ad una ridotta sintesi.
Se la dose consigliata è pari a 4-6 g/die, questa non può superare un periodo di assunzione di trenta giorni.
Oltre tale periodo la dose non deve essere superiore a 3 g/die.
AVVERTENZE DA RIPORTARE IN ETICHETTA
In caso di uso prolungato (oltre le 6-8 settimane) è necessario il parere del medico.

Il prodotto è controindicato nei casi di patologia renale, in gravidanza e al di sotto dei 12 anni.

 

Creatina

Keywords: Creatina, creatina endogena, creatina fonti alimentari, adenosina trifosfato, ATP, adenosina difosfato, ADP

 

Key Point: La forma fosforilata della creatina costituisce il substrato di base per la conversione dell'adenosina difosfato (ADP) in adenosina trifosfato (ATP), necessaria alla contrazione muscolare.


Identificata nel 1835 da un ricercatore francese come uno dei costituenti della carne, la creatina prese a  imporsi come integratore ergogeno in seguito alle voci secondo cui ne avrebbero fatto uso (con evidente successo) gli scattisti britannici vincitori dell'oro olimpico2 . In seguito numerosi altri professionisti dello sport dichiararono di fare uso di integratori a base di creatina.

Oltre ad essere presente nell'organismo umano in forma endogena, la creatina viene assunta attraverso l'alimentazione, essendo contenuta in carne, pesce, altri prodotti animali e anche in alcuni vegetali. La creatina endogena viene prodotta a partire da glicina, arginina e metionina dai reni, dal fegato e dal pancreas. Dopo la sintesi, il 95% della creatina viene immagazzinata nei muscoli scheletrici, mentre il restante 5% viene distribuita tra cuore, cervello e testicoli. Della creatina stoccata nei muscoli scheletrici, il  40% è in forma libera e il 60% in forma fosforilata. La forma fosforilata della creatina costituisce il substrato di base per la conversione dell'adenosina difosfato (ADP) in adenosina trifosfato (ATP), necessaria alla contrazione muscolare. È proprio sul coinvolgimento della creatina nella contrazione muscolare che si fonda la convinzione secondo cui assumendo una quantità maggiore di tale sostanza, si innalzerebbe la soglia di affaticamento dei muscoli, migliorandone la performance.

Nonostante i numerosi studi cui è stata sottoposta, permangono ancora dubbi riguardo all'efficacia ergogena della creatina, anche perché  in molti di questi studi sono state messe in dubbio metodologia e obiettività, il che rende quanto mai difficile giungere a conclusioni univoche sull'utilità della creatina per il potenziamento della performance atletica.

Alcune ricerche hanno, tuttavia, registrato un effettivo miglioramento della prestazione sportiva in connessione con l'integrazione di creatina. Izquierdo e collaboratori hanno osservato un aumento di potenza nella parte inferiore del corpo e nella forza muscolare durante gli esercizi ad alta energia, nonché la capacità di eseguire un numero maggiore di ripetizioni del medesimo esercizio, dopo 5 giorni di integrazione di creatina (20 g/die) 3. Vandenberghe e collaboratori, dal canto loro, hanno dimostrato che 10 settimane di training associato all'assunzione di creatina (5 g 4 volte al giorno per 4 giorni seguiti da 2,5 g 2 volte al giorno per 10 settimane) determina un aumento della massa muscolare massima e della resistenza nell'eseguire esercizi intermittenti ad alta intensità nei soggetti di sesso femminile4. Il gruppo di Izquierdo ha valutato la creatina in un gruppo di giocatori di pallamano, mentre quello di Vandenberghe ha preso in considerazione donne con uno stile di vita sedentario, ma in entrambi i casi il ristretto numero di partecipanti non consente di estendere i risultati ottenuti a una fascia di popolazione più ampia. La specificità dei due trial rende, inoltre, difficile proiettare la capacità ergogena della creatina sulle categorie che ne farebbero più probabilmente uso, quali  giocatori di pallacanestro, scattisti e sollevatori di pesi.

 

Tabella 2

 

INTEGRATORI ALIMENTARI COMUNEMENTE USATI PER MIGLIORARE LA PERFORMANCE ATLETICA

 

Integratore

Dosaggio di studio

Durata dello studio

Benefici attribuiti alla sostanza

Potenziali effetti indesiderati

Benefici emersi dallo studio

Creatina

20-30 g/die
(bolo);
5-15 g/die
(mantenimento)

1-11 settimane

Riduce il livello di affaticamento muscolare; aumenta la
performance muscolare;
aumenta la massa corporea

Crampi muscolari, disturbi gastrointestinali, malattia da calore, disfunzione renale, aumento della massa corporea

I risultati ottenuti non sono stati univoci e le analisi sono state effettuate su un numero ridotto di pazienti

Cromo

0,2 mg/die

6-12 settimane

Riduce la massa grassa e aumenta la massa magra

Calo ponderale, anemia, rabdomiolisi, disfunzioni  cognitive e  motorie

I risultati ottenuti non sono stati univoci

Caffeina

4-5 mg/kg/die

8-12 settimane

Ritarda l'insorgere dell'affaticamento  muscolare

Nausea, palpitazioni,  cefalea, tensione muscolare

È risultata apportare  benefici se associata all'efedrina

Efedrina

0,8-1 mg/kg/die

8-12 settimane

Migliora la performance muscolare, ritarda l'insorgere dell'affaticamento  muscolare

Aumento della pressione arteriosa,  attacco cardiaco, convulsioni, insonnia

È risultata apportare  benefici se associata alla caffeina

HMB

beta-idrossi-beta-metilbutirrato

3 g/die

4-8 settimane

Aumenta la massa magra e la potenza, riduce il danno muscolare durante l'esercizio fisico

Attualmente non ci sono segnalazioni di effetti indesiderati

I risultati ottenuti non sono stati univoci e i benefici   osservati sono risultati minimi

Antiossidanti

 

 

 

 

 

Vitamina A

2.000 IU/die

2 settimane

 

Dolore articolare, irritazione cutanea, cefalea, caduta dei capelli,  disturbi gastrointestinali

 

Vitamina E

400-800 IU/die

4-12 settimane

 

Prolungamento del tempo di sanguinamento

 

Vitamina C

1.000 mg/die

1-12 settimane

Migliora la performance fisica, accorcia i tempi di ripresa, riduce lo stress ossidativo

Disturbi gastrointestinali, calcoli renali

I risultati ottenuti non sono stati univoci; difficile stabilire un effettivo beneficio

Coenzima Q10

90-120 mg/die

3-8 settimane

 

Pirosi, nausea, epigastralgia

 

BCAA (45% valina, 35% leucina, 25% isoleucina)

7.000-10.000 mg/die

Subito prima, durante e dopo il test

Previene la degradazione delle proteine, migliora la performance fisica e mentale, impedisce il depauperamento delle scorte di glicogeno

Attualmente non ci sono segnalazioni di effetti indesiderati

I risultati ottenuti non sono stati univoci; i benefici potrebbero dipendere dall'attività fisica svolta

 

In alcuni trial la misurazione della potenza di picco e della resistenza dopo l'integrazione di creatina è stata effettuata per mezzo di cicloergometri (ergometri a bicicletta che permettono di impostare un carico di lavoro ben quantificato). Negli studi condotti da Snow e colleghi e da McKenna e colleghi è stato chiesto ai partecipanti di eseguire scatti alla massima potenza sul cicloergometro dopo aver assunto per 5 giorni  30 g/die di creatina5,6. Entrambi gli studi hanno riportato un aumento della creatina totale presente nei muscoli scheletrici, ma non hanno saputo quantificare il miglioramento in termini di potenza di picco o output energetico attribuibile all'integrazione di creatina.

Una revisione Cochrane (iniziativa internazionale no-profit nata con lo scopo di raccogliere, valutare criticamente e diffondere le informazioni relative all'efficacia degli interventi sanitari) pubblicata online nel gennaio 2007 ha valutato l'effetto dell'assunzione di creatina in pazienti affetti da malattie muscolari ereditarie. In questa review, una meta-analisi effettuata su 12 trials controllati e randomizzati che coinvolgevano 266 partecipanti, si è riscontrato un aumento della forza muscolare nelle distrofie muscolari ma non nelle miopatie metaboliche.

L'effetto indesiderato più ampiamente documentato in associazione all'assunzione di creatina è l'aumento di massa corporea. In uno studio i cui partecipanti hanno assunto  20 g/die di creatina per 28 giorni, è stato registrato un aumento medio di massa corporea pari a 3,8 kg7, attribuito alla ritenzione idrica conseguente all'effetto della creatina sullo stato d'idratazione delle cellule muscolari. Tra gli altri effetti collaterali riportati figurano crampi muscolari, spasmi, affaticamento, effetti gastrointestinali, malattia da calore e disfunzioni renali8.

Il consiglio del farmacista

Viene consigliata una dose pari a 4-6 g/die, ma se il trattamento supera i trenta giorni essa non deve essere superiore a 3 g/die. L’uso superiore alle 6-8 settimane richiede il parere del medico e il prodotto è controindicato nelle patologie renali, in gravidanza e sotto i 12 anni.

Quando si assumono integratori a base di creatina si raccomanda di bere molto al fine di mantenere una buona idratazione.

La creatina viene generalmente venduta sotto forma di polvere, da miscelare in soluzione per favorirne l'assorbimento, ma si trova anche in capsule e barrette.

 

 

Cromo

Keywords: Cromo, cromo fonti alimentari, insulina, metabolismo glucidico

 

Key Point: Il cromo è un importante elemento traccia essenziale per l'organismo umano, in quanto promuove il metabolismo del glucosio, la regolazione dei livelli di insulina e il calo ponderale.


Il cromo è un importante elemento traccia essenziale per l'organismo umano, in quanto promuove il metabolismo del glucosio, la regolazione dei livelli di insulina e il calo ponderale, oltre a migliorare la struttura  corporea9. Come integratore alimentare il cromo ha cominciato a prendere piede negli anni '80, quando è stata avanzata l'ipotesi che potesse aumentare la massa muscolare e ridurre il grasso corporeo10. L'effetto del minerale sulla composizione dell'organismo è dato dalla sua influenza sul fattore di tolleranza del glucosio, che è un elemento nutritivo importante al mantenimento della funzione insulinica. Alcuni studi hanno  ipotizzato che il cromo favorisca il legame insulinico, aumenti il numero dei recettori dell'insulina e la sensibilità a quest'ultima, stimolando l'internalizzazione dell'ormone. La maggior attività insulinica promuove, a sua volta, i processi anabolici della sintesi proteica, con conseguente aumento della massa magra, riduzione del grasso corporeo e accelerazione del metabolismo basale. Il cromo è contenuto nel lievito di birra, nei cereali integrali, nei broccoli, nelle prugne, nel fegato di vitello e nel formaggio.

Se gli effetti del cromo sulla glicemia e sui livelli lipidici sono ben documentati, non si può dire lo stesso riguardo al miglioramento della composizione corporea. Kaats e collaboratori hanno condotto uno studio  randomizzato controllato con placebo mirato ad accertare un possibile legame tra assunzione quotidiana di cromo e miglioramento della composizione corporea. I partecipanti allo studio, reclutati tra associazioni sportive e palestre, hanno ricevuto 200 mcg/die di cromo per un periodo di 90 giorni oppure placebo. Rispetto al gruppo placebo, nel gruppo del cromo si sono registrati un maggior calo ponderale e una maggior riduzione della massa grassa senza compromissione della massa magra11. I risultati dello studio sono analoghi a quelli di uno studio precedente di Kaats e colleghi, sulla base del quale i ricercatori erano giunti alla conclusione che l'assunzione di almeno 200 mcg/die di cromo potrebbe migliorare in misura significativa la composizione corporea12.

Da altre indagini, viceversa, non è emerso alcun vantaggio, in rapporto alla composizione corporea, dall'assunzione di cromo. Walker e colleghi hanno somministrato 200 mcg di cromo al giorno a un gruppo di giovani, appartenenti alla squadra di lotta libera dell'università, al fine di valutare gli effetti del minerale sulla composizione corporea e sulla performance muscolare. Le alterazioni della composizione corporea sono state determinate in rapporto alla massa corporea totale, alla massa magra, alla massa grassa e alla percentuale di grasso. Sebbene l'assunzione di cromo fosse associata all'allenamento pre-stagionale, non è stato osservato alcun miglioramento in termini di composizione corporea13. Un risultato analogo è stato ottenuto da Hasten e colleghi che, al termine di uno studio di 12 settimane su un gruppo di sollevatori di pesi principianti, con lo stesso dosaggio adottato da Walker, non hanno rilevato alcun miglioramento nella composizione corporea, né nella resistenza a fatica14.

   

Gli effetti del cromo assunto sotto forma di integratore sono stati studiati anche nei soggetti di sesso femminile. Campbell e colleghi e Livolsi e colleghi hanno valutato l'effetto del minerale sulla composizione corporea di donne con caratteristiche socio-demografiche diverse15,16: i  soggetti arruolati da Campbell conducevano vita sedentaria ed erano di età compresa fra i 54 e i 71 anni, mentre il gruppo esaminato da Livolsi e colleghi era composto da professioniste di softball. Nessuno dei due studi ha comunque rilevato miglioramenti della composizione corporea o aumenti della forza.

 

Il consiglio del farmacista

All'assunzione del cromo sotto forma di integratore non sono associati effetti avversi; l'effetto collaterale più comune sono lievi disturbi gastrointestinali che possono protrarsi, tuttavia, anche per settimane o mesi. Sono stati riportati casi in cui il cromo ha indotto anemia e perdita di memoria, nonché danni al DNA, ma tali effetti sono stati osservati in soggetti in cui i livelli ematici di tale minerale erano ben al di sopra dei limiti normali.10

La maggior parte degli integratori di cromo in commercio sono a base di cromo picolinato, generalmente  sotto forma di capsule o compresse a rilascio prolungato. Non esistono dosaggi consigliati; la dose normalmente adottata nei trial clinici è di 200 mcg/die17.

Caffeina ed efedrina

Keywords: Caffeina, efedrina, pseudoefedrina, ma huang, ephedra, guaranà, catecolamine, amine simpaticomimetiche

 

Key Point: La pianta di ma huang che contiene i principi attivi  efedrina e pseudoefedrina è uno di pilastri della farmacopea tradizionale cinese e viene utilizzata da secoli per la cura dei più svariati disturbi.


La pianta di ma huang o Ephedra sinica è uno di pilastri della farmacopea tradizionale cinese e viene utilizzata da secoli per la cura dei più svariati disturbi. I principi attivi in essa contenuti, l'efedrina e la pseudoefedrina, sono stati estratti per la prima volta nel 192318. Classificate come amine simpaticomimetiche,  l'efedrina e la pseudoefedrina sono alfa- e beta-agoniste e hanno un effetto diretto sul rilascio delle catecolamine, oltre a influenzare la disponibilità e l'azione della noradrenalina.

Dato il loro effetto anoressizzante, entrambe le sostanze sono state sfruttate a livello commerciale come ingredienti per numerosi prodotti dimagranti da banco; più recentemente si è cominciato a valutarne il potenziale ergogeno – alla luce delle loro proprietà stimolanti si è pensato che potessero essere utili per aumentare l'energia e ritardare il sopraggiungere della stanchezza. Nella maggior parte degli studi condotti sino ad ora l'efedrina o la pseudoefedrina vengono associate alla caffeina, che si ritiene potenzi l'effetto stimolante delle amine.

In virtù dell'alta concentrazione di caffeina (circa il 5%) contenuta al suo interno, anche il guaranà (Paullinia cupana, pianta rampicante, sempreverde, nativa della foresta amazzonica) viene utilizzato da secoli, soprattutto come stimolante del sistema nervoso centrale e tonico generale in grado di aumentare il rendimento fisico e la resistenza dell'organismo, ed è un componente presente in molti integratori sportivi.

 

La combinazione caffeina + efedrina si è dimostrata efficace nel migliorare la resistenza muscolare e la  performance anaerobica durante l'esercizio fisico intenso19-21. La caffeina, in quanto appartenente alla stessa famiglia della dimetilxantina, agisce come antagonista dei recettori dell'adenosina e possiede proprietà stimolanti. Come per l'efedrina e la pseudoefedrina, si ritiene che ritardi l'esaurimento delle energie durante l'esercizio fisico, un effetto che è stato messo in relazione con  la stimolazione del sistema nervoso centrale e del metabolismo energetico a livello del tessuto periferico (potenziamento della trasmissione neuromuscolare e della contrattilità muscolare) conseguente all'assunzione di caffeina. È stato osservato, inoltre, un aumento dei livelli complessivi delle catecolamine. Teoricamente la combinazione di efedrina, pseudoefedrina e caffeina dovrebbe risultare altamente stimolante e apportare un significativo aumento dell'energia – da dove i numerosi integratori in commercio basati su tale associazione.

Il dosaggio standard adottato per l'efedrina e la caffeina nell'ambito dei trial mirati a valutare l'effetto sulla performance atletica delle due sostanze era pari a  0,8-1 mg/kg/die e 4-5 mg/kg/die, rispettivamente20,21.

Bell e colleghi hanno osservato che  5 mg/kg di caffeina associati a 1 mg/kg di efedrina possono aumentare sino al 38% il tempo di esaurimento durante l'esercizio fisico e migliorare la  performance anaerobica nei soggetti di sesso maschile non allenati19. Jacobs e colleghi hanno studiato l'effetto sulla resistenza muscolare di 4 mg/kg di caffeina abbinati a 0,8 mg/kg di efedrina. Dopo l'assunzione dei due integratori i partecipanti allo studio si sono sottoposti a una sessione d'allenamento con i pesi che prevedeva flessioni sulle gambe ed esercizi alla panca piana intervallati da brevissimi periodi di riposo20. È risultato che la combinazione di caffeina ed efedrina permetteva di aumentare il numero di ripetizioni e il peso complessivo sollevato. Un altro studio condotto da Bell e colleghi e focalizzato sulla resistenza ha evidenziato come l'efedrina in dose di 0,8 mg/kg fosse in grado di ridurre di 48 secondi i tempi di una maratona da 10 km21. Va precisato che negli studi riportati la caffeina da sola non ha apportato alcun beneficio in termini di performance.

Non è stata ancora accertata, invece, l'utilità della pseudoefedrina come ausilio ergogeno. Hodges e colleghi hanno studiato l'effetto di 60 mg di pseudoefedrina HCl sulla pratica ciclistica aerobica ed anaerobica22, ma  senza rilevare alcun impatto sulla potenza o sulla performance aerobica. In una corsa sui 1.500 metri, viceversa, l'assunzione di pseudoefedrina è risultata associata a un accorciamento dei tempi pari a 5,8 secondi23.

L'uso di efedrina e pseudoefedrina suscita più di un timore per via dell'alta incidenza di eventi cardiovascolari ad esso associati. Le sostanze simpaticomimetiche possono causare ipertensione, attacco cardiaco, palpitazioni e ictus, oltre a convulsioni, insonnia, cefalea e irritabilità.

Nel 2005, negli USA, è stata emanata una legge (Combat Methamphetamine Act) allo scopo di ostacolare la fabbricazione illegale di metamfetamina a partire da prodotti a base di efedrina e pseudoefedrina. La legge fissa in 3,6 grammi per volta il limite massimo di vendita per tali prodotti e in 9 grammi il massimo mensile acquistabile, e prevede altresì che essi siano tenuti sotto chiave oppure dietro il bancone del punto vendita (farmacia o negozio di integratori alimentari). Chi vende prodotti a base di efedrina e pseudoefedrina è tenuto, infine, ad annotare ogni vendita effettuata24. La WADA (World Antidpoping Agency) vieta l’utilizzo di  efedrina e pseudoefedrina durante le competizioni.

Il consiglio del farmacista

Tra gli effetti indesiderati associati alla caffeina figurano nausea, palpitazioni, cefalea e tensione muscolare. Chi pratica sport a livello professionale o comunque intenso, inoltre, deve tener presente che la caffeina può avere un lieve effetto diuretico e, pertanto, potrebbe aumentare il rischio di disidratazione25.

Beta-idrossi-beta-metilbutirrato (HMB)

Keywords: Beta-idrossi-beta-metilbutirrato, HMB, leucina, HMG-CoA

 

Key Point: Il presunto effetto ergogeno sulla massa e sulla forza corporea del beta-idrossi-beta-metilbutirrato (HMB) deriverebbe dalla capacità di ridurre la degradazione delle proteine e il danno cellulare che si verificano durante l'esercizio fisico intenso.


Il beta-idrossi-beta-metilbutirrato (HMB, beta-hydroxy beta-methylbutyrate) è una delle ultime molecole che si aggiunge alla lista degli integratori alimentari con presunte proprietà ergogene. Gli si attribuisce la capacità di costruire il muscolo, aumentare la forza e accelerare l'ossidazione dei grassi25, oltre a quella di prevenire i danni del muscolo scheletrico prodotti dall'esercizio fisico intenso. Nel 1998 gli statunitensi hanno speso da 50 a 60 milioni di dollari in prodotti a base di HMB26. In Italia, dopo una sua prima commercializzazione, è stato ritirato dal commercio perché deve essere valutata in maniera più approfondita la sua innocuità.

L’HMB è un metabolita ossidato dell’aminoacido essenziale leucina il cui presunto effetto ergogeno sulla massa e sulla forza corporea deriverebbe dalla capacità di ridurre la degradazione delle proteine e il danno cellulare che si verificano durante l'esercizio fisico intenso. L’HMB viene convertito, inoltre, in HMG-CoA (3-idrossi 3-metilglutaril coenzima A), un elemento essenziale alla sintesi del colesterolo. È stata avanzata l'ipotesi che l'aumento di colesterolo intracellulare conseguente all'assunzione di HMB possa contribuire a mantenere l'integrità della membrana cellulare il che, a sua volta, conterrebbe il danno muscolare prodotto dall'esercizio fisico27.

Nonostante il successo riscosso dall’HMB, i dati a conferma della sua efficacia ergogena sono del tutto minimi28-34. Nessuno degli sportivi che hanno preso parte agli studi ha lamentato effetti indesiderati. L’HMB viene normalmente venduto sotto forma di compresse e viene dosato in base all'intensità del training; la dose standard è di 3 g/die circa per i giorni di allenamento intenso e 1 g/die per i giorni di riposo35.

Antiossidanti

Keywords: Antiossidanti, vitamina A, retinolo, vitamina C, acido ascorbico, vitamina E, alfa-tocoferolo,  coenzima Q10, radicali liberi, perossidazione lipidica,

Key Point: La presunta attività ergogena degli antiossidanti si fonda sul dato di fatto che dopo l'esercizio fisico intenso si registra un aumento dei radicali liberi e della perossidazione lipidica.

 

La presunta attività ergogena degli antiossidanti si fonda sul dato di fatto che dopo l'esercizio fisico intenso  si registra un aumento dei radicali liberi e della perossidazione lipidica25. In qualità di metaboliti reattivi dell'ossigeno, i radicali liberi possono danneggiare la membrana lipidica e alterarne la struttura  proteica. Il danno è legato ai tempi di recupero necessari dopo un intenso sforzo fisico che, aumentando l'assorbimento d'ossigeno e producendo radicali liberi a un ritmo superiore alla capacità di smaltimento del naturale sistema antiossidante dell'organismo (glutatione perossidasi e superossido dismutasi), causano stress ossidativo e danno cellulare (vedi Figura 2). Gli antiossidanti legano e distruggono i radicali liberi contribuendo, così, a contenere il  danno cellulare. Tra gli antiossidanti più comuni si annoverano le vitamine A, C ed E, e il coenzima Q10.

Gli studi sugli antiossidanti da noi passati in rassegna valutavano il consumo di ossigeno, la fatica muscolare e lo stress ossidativo conseguenti ai periodi di intenso sforzo fisico. Nel 2003 Margaritis e colleghi hanno condotto uno studio su un gruppo di atleti di triatlon ai quali hanno somministrato 2.000 UI di retinolo (vitamina A), 120 mg di acido ascorbico (vitamina C) e 30 UI di alfa-tocoferolo (vitamina E); nel frattempo gli atleti seguivano  un programma di esercizio fisico a scalare che prevedeva nuoto, bicicletta e corsa a volume e frequenza ridotti. La combinazione di antiossidanti somministrata ha mostrato di ridurre in misura significativa i livelli di  lipoperossidasi nel plasma, nonché il rapporto lipoperossidasi/antiossidanti totali, lasciando supporre una riduzione dello stress ossidativo36. Non è stato osservato, tuttavia, alcun effetto sul danno ossidativo complessivo. Schroder e colleghi hanno analizzato, invece, gli effetti delle vitamine C ed E e del beta-carotene sullo stress ossidativo su un campione di studio composto da giocatori professionisti di pallacanestro spagnoli. Il mix di antiossidanti somministrato si è dimostrato efficace nel ridurre lo stress ossidativo, come dimostrato dal calo del livello minimo di lipoperossidasi e del rapporto lipoperossidasi/antiossidanti totali37. In uno studio a 6 settimane sui maratoneti, inoltre, Mastaloudis e colleghi hanno osservato che, al termine di un'ultramaratona di 50 km, la vitamina C ed E, opportunamente integrate, prevengono la perossidazione lipidica da sforzo38. Ylikoski e colleghi, infine, hanno studiato gli effetti del coenzima Q10 sulla performance di un gruppo di sciatori di fondo: per tutti gli indici misurati (performance fisica, allenamento aerobico, soglia anaerobica e massimo consumo di ossigeno) si è  registrato un miglioramento. Il 94% dei partecipanti allo studio, inoltre, ha affermato di aver avuto la sensazione che il coenzima Q10 migliorasse la loro performance e accorciasse i tempi di ripresa39.

Numerosi studi sono stati condotti al fine di accertare i benefici degli antiossidanti in rapporto all'allenamento sportivo. Nielsen e colleghi hanno somministrato per 6 settimane una combinazione di coenzima Q10, acido ascorbico e vitamina E a un gruppo di atleti di triatlon, ma non hanno osservato alcun effetto sull'assorbimento massimo d'ossigeno, sul metabolismo muscolare e sulla fatica muscolare. In uno studio del 2005, la vitamina E assunta per 2 mesi in dosi pari a 800 UI/die non ha fatto registrare alcuna riduzione dei marker dello stress ossidativo nel plasma di atleti ben allenati40. Thompson e colleghi hanno concluso che 1 g di vitamina C assunto due ore prima dell'esercizio fisico non apporta alcun vantaggio sul danno muscolare indotto dall'esercizio stesso – anche se va notato, riguardo a questo specifico studio, che il momento della somministrazione potrebbe non essere stato selezionato in maniera idonea41. Quanto al coenzima Q10, i suoi presunti vantaggi sono stati confutati da numerosi studi. Weston e colleghi, Braun e colleghi e Snider e colleghi sono tutti giunti alla conclusione che il coenzima Q10 non ha alcun effetto sulla perossidazione lipidica, sull'assorbimento di ossigeno e sul tempo di esaurimento42-44.

Ciascuno degli antiossidanti menzionati è associato a potenziali effetti indesiderati. La vitamina A ad alto dosaggio (10.000-50.000 UI) può causare dolori articolari, irritazione cutanea, cefalea, disturbi gastrointestinali e caduta dei capelli. Dato il suo potenziale teratogeno, inoltre, la quantità massima consentita durante la gravidanza è di 5.000 UI al giorno45. La vitamina C ad alte dosi può provocare disturbi  gastrointestinali e aumentare il rischio di calcoli renali. Ai soggetti che seguono una terapia anticoagulante si raccomanda cautela nell'assumere vitamina E, in quanto questa tende ad ostacolare l'aggregazione piastrinica  prolungando, così il tempo di sanguinamento46. Il coenzima Q10, infine, è stato occasionalmente associato a pirosi, nausea e epigastralgia47.

Il consiglio del farmacista

Gli antiossidanti sono disponibili in diverse formulazioni (liquido, capsule molli, capsule e compresse) e si possono acquistare singolarmente o in combinazione.

I dosaggi consigliati sono i seguenti: per la vitamina A 3.000 UI/die negli uomini e 2.300 UI/die nelle donne; per la vitamina C 90 mg/die negli uomini e 75 mg/die nelle donne; per la vitamina E 22,5 UI/die in entrambi i sessi; per il coenzima Q10 da 90 a 150 mg/die48.

Aminoacidi ramificati (BCAA)

Keywords: Aminoacidi ramificati, BCAA, leucina, isoleucina, valina, triptofano

 

Key Point: Agli aminoacidi ramificati si attribuisce la capacità di rallentare la fatica cosiddetta 'centrale', che è stata associata a un aumento dei livelli cerebrali di serotonina, in seguito a esercizio fisico prolungato e di ridurre la degradazione delle proteine durante l'esercizio fisico intenso, aumentare la massa magra e favorire la produzione di energia.


L'uso degli aminoacidi ramificati (BCAA, Branched Chain Amino Acids) nella pratica sportiva ha avuto inizio negli anni '80, quando è stata avanzata l'ipotesi che i BCAA (leucina, isoleucina e valina) fossero in grado di favorire la ripresa dopo l'esercizio fisico; agli aminoacidi ramificati si attribuisce la capacità di rallentare la sensazione di fatica cosiddetta 'centrale' (quella che deriva non dai muscoli bensì dal sistema nervoso centrale) in seguito a esercizio fisico prolungato; la fatica centrale è stata associata a un aumento dei livelli cerebrali di serotonina, dovuto a un maggior passaggio di triptofano libero attraverso la barriera ematoencefalica. Poiché gli aminoacidi ramificati e il triptofano competono per lo stesso tipo di trasporto, si ritiene che l'integrazione dei primi potrebbe impedire il calo dei livelli di BCAA nel plasma, ostacolare l'accesso del triptofano libero al cervello e rendere, così, meno probabile l'insorgere della fatica dovuta all'abbondanza di serotonina cerebrale48. Un altro vantaggio degli aminoacidi ramificati consisterebbe nella capacità di ridurre la degradazione delle proteine durante l'esercizio fisico intenso, aumentare la massa magra e favorire la produzione di energia. A differenza degli altri aminoacidi, i BCAA vengono ossidati dalle cellule muscolari allo scopo di fornire energia alle cellule preposte alla produzione di ATP e fosfocreatina (creatinfosfato, CP). Durante la contrazione muscolare l’ATP di pronto utilizzo si trasforma in ADP cedendo il radicale fosforico che rende disponibile l’energia, ma non può essere accumulato nel muscolo. La sua scorta viene rinnovata di continuo dalla fosfocreatina che lo risintetizza cedendo fosfato all’ADP. Il muscolo, non in grado di sintetizzare la creatina, la assume dal sangue.  L’apporto da integratori ha il fine di migliorare le prestazioni accelerando il recupero tra una gara e l’altra, riducendo la fatica; infatti, essendo stato accertato che lo sforzo fisico prolungato aumenta il metabolismo dei BCAA, si presume che l'integrazione di questi ultimi possa contribuire a impedire la degradazione delle proteine, migliorare la performance fisica e mentale e mantenere intatte le riserve muscolari di glicogeno35.

Coombes e colleghi hanno condotto uno studio che prevedeva, per i partecipanti, l'assunzione di integratori a base di aminoacidi ramificati per un periodo di 14 giorni, al termine dei quali erano previsti 120 minuti di pedalata all'ergometro50. Al termine del test è stato osservato un calo della creatinchinasi e della lattato deidrogenasi, sulla base del quale i ricercatori hanno concluso che i BCAA siano in grado di ridurre il danno muscolare associato all'esercizio fisico di resistenza. Analogamente Ohtani e colleghi hanno osservato un incremento nella capacità del sangue di trasportare ossigeno e una ripresa più rapida dalla fatica muscolare in un gruppo di giocatori di rugby ai quali avevano somministrato BCAA per  90 giorni.51 Mittleman e colleghi hanno esaminato, invece, l'effetto dei BCAA sul prolungamento della performance sportiva sotto stress da calore52. I partecipanti allo studio hanno pedalato su un ergometro a una temperatura di 34,4° C +/- 1,8° C sino a fatica, bevendo ogni mezzora una bibita a base di BCAA: il tempo necessario al raggiungimento della soglia di fatica è aumentato da 137,0 +/- 12,2 minuti a 153,1 +/- 13,3 minuti, il che ha indotto gli autori dello studio a concludere che gli aminoacidi ramificati aumentino la resistenza in condizioni di stress da calore.

Altri studi hanno valutato l'effetto degli aminoacidi ramificati dal punto di vista della fatica mentale. Blomstrand e colleghi hanno osservato che nel gruppo di soggetti che assumevano BCAA la percezione dello sforzo fisico era minore e il punteggio attribuito alla fatica mentale inferiore53. Hassmen e colleghi hanno notato, invece, che l'assunzione di BCAA migliorava la capacità dei soggetti di far fronte a compiti cognitivi impegnativi al termine di una corsa campestre su una distanza di 30 km54.

Diversamente dagli studi sino ad ora riportati, che hanno riscontrato tutti benefici effettivi dall'assunzione di BCAA in termini di miglioramento della resa sportiva, uno studio di Pitkanen e collaboratori sulla leucina non ha registrato alcun incremento della forza o della resistenza anaerobica massima nella corsa55. Analogamente, Bigard e colleghi non hanno osservato miglioramenti della performance connessi all'assunzione di BCAA da parte di sciatori ben allenati. I ricercatori si aspettavano che i BCAA riducessero le alterazioni della composizione corporea risultanti dall'esercizio fisico prolungato ad alta quota56, ma in questo studio i BCAA non si sono dimostrati in grado né di influire su tali alterazioni, né di modificare la performance muscolare.

 

Il consiglio del farmacista

A quanto risulta gli aminoacidi ramificati non comportano effetti indesiderati; un eccessivo consumo potrebbe, tuttavia, diminuire l'assorbimento di altri aminoacidi importanti per l'organismo, nonché aumentare il rischio di disturbi gastrointestinali. 
La quantità di assunzione giornaliera non deve essere, di norma, superiore a 5 g (come somma dei tre ramificati). È preferibile il rapporto 2:1:1 rispettivamente di leucina, isoleucina e valina.
È consigliabile l'associazione con vitamine B1 e B6, il cui apporto deve essere tale da fornire, per dose consigliata, una quantità delle medesime non inferiore al 30% della RDA (razione giornaliera raccomandata).

I tre BCAA — leucina, isoleucina e  valina — vengono generalmente venduti in combinazione unica sotto forma di capsule soft gel, barrette o polvere da sciogliere in acqua.

 

Conclusioni
La sempre maggior diffusione degli integratori ergogeni comporta per il farmacista l'obbligo di un continuo aggiornamento in materia, in modo da poter fornire al cliente informazioni quanto più possibile attendibili e dettagliate. Il fatto che il canale farmacia in Italia venga largamente privilegiato dai consumatori di integratori alimentari per l’utilizzo in ambito sportivo stimola ulteriormente il farmacista a fornire informazioni aggiornate e puntuali. Un compito tutt'altro che facile in un settore in cui  la letteratura in materia non è sufficiente a stabilire (o confutare) con certezza le proprietà ergogene di molti degli integratori in commercio.

Sebbene la maggior parte degli integratori non sia associata ad eventi avversi di rilievo o interazioni con i farmaci, il loro consumo richiede tuttavia alcune cautele, soprattutto per i consumatori che ricorrono ad un utilizzo prolungato.

 

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QUESTIONARIO

1.  Quale delle seguenti attività dovrebbe presentare un agente ergogeno?

A. Diminuire la performance fisica

B. Indurre sonnolenza

C. Guarire le ferite

D. Potenziare la performance fisica 

 

2. Quale dei seguenti integratori è stato identificato come uno dei costituenti della carne?

A. Cromo

B. Beta-idrossi-beta-metilbutirrato (HMB)

C. Creatina

D. Leucina

 

3. Da quale organo è prodotta la creatina endogena?

A. Cuore

B. Pancreas

C. Cervello

  1. Polmoni

4. Quale delle seguenti sostanze fornisce l'energia necessaria alla contrazione muscolare?  

A. Adenosina difosfato (ADP)

B. Guanosina trifosfato (GTP)

C. 3-idrossi 3-metilglutaril coenzima A (HMG-CoA)

D. Adenosina trifosfato (ATP)

 

5. Quale effetto dovrebbe avere il cromo sulla composizione corporea?

A. Aumentare l'attività insulinica

B. Promuovere l'ossidazione del muscolo scheletrico

C. Favorire la conversione dell'ADP in ATP

  1. Contribuire a mantenere integre le membrane

6. Quale integratore è contenuto nel lievito di birra, nei cereali integrali, nei broccoli, nelle prugne, nel fegato di vitello e nel formaggio?  

A. Caffeina

B. Valina

C. Cromo

D. Vitamina C

 

7. Da quale delle seguenti piante si estrae l'efedrina?

A. Capsicum

B. Enotera

C. Ma huang o ephedra

D. Serenoa repens

 

8. A quale dei seguenti integratori è attribuita la capacità di ridurre il danno muscolare prodotto  dall'esercizio fisico attraverso un aumento del colesterolo intracellulare?

A. Aminoacidi ramificiati (BCAA)

B. Beta-idrossi-beta-metilbutirrato (HMB)

C. Caffeina

D. Vitamina E

 

9. A quali dei seguenti integratori è attribuita la capacità di legare i radicali liberi instabili limitando, così, il danno cellulare?

 

A. BCAA

 

B. cromo

 

C. Antiossidanti

 

D. creatina

 

 

 

10.  Come viene definita la stanchezza che insorge a livello del sistema nervoso centrale dopo l'esercizio fisico prolungato e che si pensa possa essere ridotta grazie ai BCAA? 

 

A. Muscolare

 

B. Mentale

 

C. Centrale

 

D. Fisica

 

----------------------------------------------

 

Domande riserva

 

10. Quale dei seguenti antiossidanti va assunto con cautela in gravidanza?

 

A. Coenzima Q10

 

B. Vitamina A

 

C. Vitamina E

 

D. Vitamina C

 

 

 

 

13. Qual è l'apporto massimo giornaliero di vitamina A raccomandato in gravidanza?

 

A. 2300 IU

 

B. 3000 IU

 

C. 5000 IU

D.  7000 IU

 

 

18. Quale dei seguenti agenti tende a ridurre l'aggregazione piastrinica prolungando, così, il tempo di sanguinamento?

 

A. Vitamina C

 

B. Creatina

 

C. Vitamina E

 

D. Vitamina B

 

 

 

 

 

 

15.  Quale dei seguenti integratori viene ossidato dalle cellule muscolari allo scopo di fornire energia per la produzione di ATP e creatin fosfato?

 

A. BCAA

 

B. Coenzima Q10

 

C. HMB

 

D. Cromo