2011-09
Cosmesi: evidenze, aggiornamenti e consigli al consumatore
Autore: Prof. Alessandra Vasselli, Docente delCorso di Cosmetologia applicata, Università Cattolica Del Sacro Cuore Di Roma
Revisore scientifica: Prof. Leonardo Celleno, Responsabile Dermatologia Complesso Integrato Columbus/ Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Cosmetologiche, Centro di Ricerche Cosmetologiche - Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma
Obiettivi formativi
Dopo aver completato la seguente monografia di aggiornamento, il farmacista dovrebbe essere in grado di:
- descrivere le caratteristiche e le proprietà di un prodotto cosmetico;
- discutere sulle condizioni della fisiologia cutanea connesse all’uso del cosmetico;
- conoscere gli elementi di base necessari al consiglio cosmetologico rivolto al consumatore.
Executive summary
La cosmetica è scienza multidisciplinare, punto d’incontro tra varie e differenti competenze tecnico-scientifiche nei campi biologico, chimico, medico, industriale.
In continua evoluzione tecnologica, parallelamente ai continui aggiornamenti normativi, è strettamente correlata alla fisiologia della struttura cutanea e dei suoi annessi.
La cosmetologia applicata consente di legare il complesso mondo del cosmetico all’utenza, il consumatore finale, passando attraverso la professionalità degli operatori di settore, tra i quali il farmacista occupa una posizione professionale di rilievo.
Introduzione sui prodotti cosmetici
Con il passare del tempo l’approccio al cosmetico si è incredibilmente modificato, quasi di pari passo all’evoluzione della specie umana.
Non potendo dedicare troppo spazio alla storia della cosmesi, va comunque specificato quanto l’essere umano, sin dalla preistoria, abbia dedicato molto del suo tempo e del suo ingegno a migliorare non solo il suo stato di salute e benessere generale ma anche a perfezionare e correggere il suo aspetto, soprattutto per canalizzarsi verso ‘l’approvazione sociale’ all’interno di un gruppo di simili. Questo concetto appare molto rilevante in relazione al rispetto della ‘moda del momento’, ovvero nell’apparire in modo tale da conformarsi alle tendenze dell’epoca in cui si vive.
Per meglio spiegare tale fenomeno, un classico esempio è quello delle “Veneri Paleolitiche” (vedi Figura 2), piccole statue preistoriche, che raffigurano mirabili donne dalle grandi prosperità (sicuramente a indicare fecondità e opulenza), oggi sicuramente non definibili come “Veneri” gradite alla vista…
Altro classico esempio in tal senso è rappresentato dal fenomeno della moderna ‘abbronzatura selvaggia’, ovvero dell’esposizione solare a tutti i costi (comprendendo gli ormai noti gravi danni che ne conseguono) che nel mondo di oggi simboleggia salute, benessere e condizione economica agiata, mentre ieri (solo fino a 50 anni fa) era considerata l’opposto dell’avvenenza, della grazia e significava appartenenza a una classe sociale disagiata (i contadini erano sottoposti obbligatoriamente all’esposizione solare).
A conferma, se molto tempo fa l’odore corporeo individuale era una traccia fondamentale per la comunicazione tra soggetti, oggi viene interpretato come sgradevole. Il cosiddetto body-odour deve a tutti i costi essere eliminato e coperto da odori considerati allettanti e di tendenza (deodoranti, profumi, ecc.). La tipologia della “fragranza” finale, a sua volta, cambia al variare della tendenza, dell’età, del sesso, ecc.
In ogni area, cultura ed epoca storica si è sviluppata una “cosmetica”; in occidente quelle più note sono quelle egizia, greca e romana. Ma non possono essere dimenticati usi, costumi e cosmetica di altre culture e società, come ad esempio quella orientale, precolombiana, tribale. Per fare un esempio, quando G. Caboto approdò sulle coste dell’isola di Terranova, nell’attuale Canada, notò che gli indigeni facevano uso di un pigmento inorganico per tingersi il corpo, l’ocra rossa. Da questa abitudine “cosmetica” deriva il termine ancora oggi utilizzato di “pellerossa”1.
Grazie a Galeno, il mondo cosmetico si connette per la prima volta con la scienza medica. Nell’Ars Medica il famoso medico greco del II secolo d.C. scrive che “Lo scopo dell'arte del trucco è di procurare una bellezza acquistata, mentre quello della cosmetica, che è parte della medicina, è di conservare nel corpo tutta la sua naturalezza…”, distinguendo chiaramente tra cosmetica “buona” (con funzione conservativa della bellezza naturale) e cosmetica “cattiva” (destinata a truccare, ovvero mistificare la realtà).
Nei secoli successivi in Europa anche il Cristianesimo ha contribuito a condannare la stragrande maggior parte delle pratiche di bellezza. Ogni intervento sul corpo rappresentava un doppio peccato: di lussuria da un lato e di orgoglio dall’altro. Tertulliano, teologo cristiano del III secolo d.C. affermava: “Non voglio indurvi alla sporcizia e allo squallore, ma solo alla misura, per piacere a Dio. Peccano contro di Lui le donne che tormentano la pelle con i cosmetici, tingono le labbra di rossetto, allungano gli occhi di nerofumo: esse, evidentemente, non sono soddisfatte dell’arte modellatrice di Dio; se correggono, disapprovano”2.
Nell’altalenare delle epoche, la differenziazione tra cosmetica buona e cattiva si è mantenuta a lungo, sbilanciandosi da un lato o dall’altro a seconda delle condizioni politiche, sociali e religiose.
Ai nostri tempi, nel giro di solo mezzo secolo, il mondo della cosmetica si è evoluto molto velocemente: dal belletto, considerabile superfluo ma sempre presente (anche durante i difficili anni della seconda guerra mondiale) alla moderna scienza cosmetologica, baluardo indispensabile di salute e benessere dell’individuo.
L’obiettivo del cosmetico oggi passa dall’estetica e dal mantenimento della bellezza secondo i canoni estetici del momento, all’accettazione del sé e la conseguente ‘presentabilità sociale’.
La cosmetica dunque non rappresenta più un optional, ma una necessità per la persona e per il suo vivere nel collettivo.
Un altro aspetto di rilievo che si riscontra, è l’enorme diffusione di questa categoria di prodotto.
È luogo comune che la cosmetica sia una prerogativa femminile. Quando si parla di questo tema, sorprendentemente la maggior parte delle persone considera solo i prodotti da trucco (make-up, maquillage), focalizzando l’attenzione sulla cosmesi cosiddetta decorativa e non percependo gli altri enormi capitoli cosmetici, dalla detersione al trattamento di tutte le aree corporee, ‘dalla testa ai piedi’…
Ma è ormai più che evidente che il mondo maschile sia non solo interessato ma altrettanto dipendente dall’uso di cosmetici. Un uomo, oltre ai prodotti per detersione, utilizza istintivamente quelli per la rasatura, la profumazione, la deodorazione, il trattamento della pelle e del cuoio capelluto e sempre più spesso prodotti idratanti, protettivi solari, ecc.
I cosmetici accompagnano costantemente l’individuo nel suo percorso di vita; va considerato che la categoria merceologica del prodotto cosmetico è di libera vendita ed è dunque aperta al numero più ampio di possibili consumatori. Appare pertanto evidente che la tutela dell’utente finale con riferimento alla sicurezza (ma anche all’efficacia) è fondamentale per questo settore.
Per chi si occupa del mondo della cosmetica, così come del benessere e dell’estetica in generale, appare dunque indispensabile, nonostante gli ancora frequenti approcci ‘da improvvisazione’, conoscere ed essere aggiornati in tutte le numerose discipline coinvolte nella scienza cosmetologica.
Quando, dove e perché: correlazione tra fisiologia/funzioni della pelle e cosmetologia
Keypoint: Il prodotto cosmetico è la categoria merceologica con la quale la cute umana viene maggiormente a contatto, a volte anche in modo esagerato: alcune donne seguono un regime cosmetico che prevede l’utilizzo costante e cronologico di oltre trenta/quaranta prodotti al giorno.
Keywords: Cute anatomia, cute fisiologia, cute idratazione, film idro-lipidico, melanogenesi, cute invecchiamento della, sebo, sudore, annessi cutanei
Inconsciamente o meno, anche l’individuo meno attento al benessere della pelle utilizza circa dai dieci ai trenta cosmetici al giorno. Nel corso della giornata dentifricio, saponetta, crema idratante, schiuma da barba, docciaschiuma, shampoo, balsamo, deodorante, trucco, profumo, ecc. sono solo alcuni tra quelli più utilizzati.
Il prodotto cosmetico è la categoria merceologica con la quale la cute umana viene maggiormente a contatto, a volte anche in modo esagerato: alcune donne seguono un regime cosmetico che prevede l’utilizzo costante e cronologico di oltre trenta/quaranta prodotti al giorno.
La pelle e i suoi annessi sono l’unico obiettivo del cosmetico, così come da normativa di riferimento; i processi fisiologici sui quali interagisce sono sempre gli stessi (vedi Tabella 1).
Per svolgere le sue “proprie” funzioni, così come identificate giuridicamente dalla normativa vigente, il cosmetico da tempo ha dimostrato di essere coinvolto nel processo di assorbimento percutaneo3-7. Tale processo è influenzato da molteplici fattori, essenzialmente rappresentati dalle sostanze applicate (peso molecolare, coefficiente di partizione, ecc.), dal veicolo (solubilità, polarità, concentrazione, pH, ecc.) e dalla cute (specie, età, danni, sede anatomica, ecc.).
Non sempre è però necessario ottenere un alto livello di assorbimento percutaneo: se si tratta di un prodotto di protezione solare dovrà piuttosto rimanere il più possibile sulla superficie cutanea; al contrario, un prodotto coadiuvante il trattamento della cellulite o un prodotto che vorrà interagire con elementi del derma dovrà tentare di superare la giunzione dermo-epidermica.
Questa è una struttura molto complessa8 che consente o meno il passaggio selettivo di sostanze da epidermide a derma e viceversa. Questa struttura, permeabile e selettiva, permette una perfetta adesione tra epidermide e derma e stabilisce gli scambi nutritivi e metabolici tra i due strati.
Il turn-over cellulare epidermico è il processo di ‘maturazione’ dei cheratinociti che, dallo strato basale, migrano verso lo strato corneo. Durante l’ultima fase della cheratinizzazione i corneociti, cellule ormai avitali, anucleate e colme di cheratina, raggiunta la superficie, si distaccano provocando una fisiologica desquamazione9.
Anche se l’esfoliazione cutanea viene spesso dimenticata ai margini del regime cosmetico, rappresenta invece un atto molto importante, che coadiuva non solo un ricambio corneocitario equilibrato, ma anche un miglior assorbimento delle sostanze applicate nella fase successiva, una riduzione dell’eventuale eccessiva desquamazione, un aspetto più omogeneo del colore della carnagione (con evidente maggiore “luminosità” dell’incarnato), una più pratica applicazione dei prodotti da trucco10.
Da scegliere sulla base della tipologia cutanea (soprattutto in relazione al livello di fragilità e sensibilità) e da consigliare almeno una volta ogni 7/15 giorni, l’esfoliazione può essere di tipo meccanico (microgranuli, microsfere) o di tipo chimico (a-idrossiacidi, β-idrossiacidi, ecc.).
Idratazione cutanea significa presenza d’acqua nei tessuti cutanei. Come ormai noto rappresenta uno tra i fattori più importanti del buono stato della pelle. Plasticità, elasticità, turgore e morbidezza vengono garantite anche dall’equilibrata quantità di acqua nella struttura cutanea. Oltre a fattori ambientali (temperatura, umidità relativa, esposizione solare, ecc.), numerosi altri influenzano il livello d’idratazione: l’integrità dell’epidermide, intesa come citoarchitettura dei cheratinociti e loro coesione (lipidi epidermici – Corpi di Odland) e la presenza di costituenti specifici, come il fattore naturale d’idratazione (NMF – Natural Moisturizing Factor)11-12 (vedi Figura 3). Questo, composto da una miscela di sostanze igroscopiche prodotte durante il processo di cheratinizzazione, riveste un ruolo molto importante nell’idratazione, tanto che una sua carenza implica una perdita idrica nel corneo stimata attorno al 25%.
L'acqua dello strato corneo può essere legata alle proteine dei cheratinociti e in parte ai lipidi epidermici o si trova libera in forma di vapore. L'acqua è legata per circa il 5% molto saldamente mediante legami covalenti; circa il 30% è legata con legami idrogeno più deboli, ma la quantità, anche in questo caso, è variabile secondo le condizioni ambientali.
Quando uno o più dei fattori coinvolti non sono più funzionali allo scopo, la pelle non riesce a gestire correttamente l’omeostasi dei liquidi tissutali e si altera la Trans Epidermal Water Loss (TEWL)13, il flusso d’acqua libera che si diffonde in continuazione come vapor d’acqua dalla pelle verso l’esterno, contribuendo al mantenimento dell’equilibrio termico.
Già quando la quantità di acqua persa tende a superare il 10% si assiste a disidratazione, con conseguente alterazione delle caratteristiche di plasticità ed elasticità della pelle.
Normalmente la quantità di acqua presente nello strato corneo è molto limitata; nell’epidermide in generale è circa il 32-35%, nel derma corrisponde a circa il 70-75%. Da ciò deriva il concetto che sarebbe sempre molto più importante apportare acqua “in superficie” che “in profondità”.
Un aspetto da non tralasciare è che la pelle genericamente definita “secca” non solo e non sempre lo è per carenza di acqua. Può essere infatti:
- disidratata (carente di acqua e/o di sostanze idrofile);
- ipo o alipidica (carente o con scarsissima quantità di lipidi);
- entrambe le condizioni.
Al variare di queste condizioni, dovrà necessariamente variare l’approccio cosmetologico: prodotti fortemente idratanti nel primo caso, prodotti restitutivi nel secondo, entrambe le funzioni nel terzo.
Con l’applicazione di un’emulsione (crema, lozione), lo strato corneo riesce ad aumentare il suo contenuto d’acqua e, al contempo, a ripristinare la componente lipidica; questa, formando un film protettivo, tende a far ridurre la TEWL. Inoltre le sostanze igroscopiche spesso presenti nel formulato dell’emulsione, come l’acido ialuronico, il collagene e molte altre, attirano e trattengono notevoli quantità di molecole di acqua (dell’emulsione stessa, della TEWL, dall’umidità ambientale).
Il cosiddetto film idro-lipidico14 è la naturale emulsione prodotta dalla pelle (unione tra sebo, lipidi epidermici, sostanze acquose provenienti dalla sudorazione eccrina e di passaggio libero trans-epidermico, materiale enzimatico, NMF), necessaria alla protezione e al mantenimento della corretta fisiologia cutanea, compresa l’idratazione e il mantenimento del pH di superficie. Include al suo interno anche detriti cellulari, sostanze di derivazione batterica (prodotte e/o modificate da batteri) e sostanze esogene, ovvero il cosiddetto ‘sporco’. Naturalmente l’applicazione di sostanze a livello topico dovrebbe sempre rispettare, sin dalla detersione, questa fondamentale barriera protettiva.
La melanogenesi è un processo fisiologico della pelle per la protezione solare da un lato per la riduzione delle iperpigmentazioni dall’altro; risulta quindi legato fortemente al cosmetico.
L’esposizione alla radiazione UVB e UVA causa alla struttura cutanea danni acuti e cronici di varia natura, dal classico eritema, al fotoinvecchiamento, all’insorgenza di tumori cutanei15-16; i prodotti di protezione solare (filtri e schermi) in Europa sono classificati come cosmetici.
Negli ultimi anni si è tentata una maggiore sensibilizzazione dell’opinione pubblica da parte di tutti gli operatori coinvolti (istituzioni per la salute pubblica, medici, farmacisti, cosmetologi) per far comprendere quanto gravi danni possano derivare da un’eccessiva esposizione solare.
Nel 2006 la Commissione delle Comunità Europee ha pubblicato una Raccomandazione (n. 2006/647/CE)17 relativa all’efficacia dei prodotti per la protezione solare e alle relative indicazioni da riportare in etichetta a tutela del consumatore finale; queste indicazioni e i relativi pittogrammi possono essere utilizzati da esporre nei punti di vendita, (vedi Tabella 2). Le immagini (vedi Figura 4) riportano a concetti basilari e, secondo tale Raccomandazione, dovrebbero essere riportate in etichetta o sul foglio illustrativo del prodotto. In particolare ricordano che sarebbe auspicabile evitare prolungate esposizioni al sole nelle ore più calde, proteggersi con accessori quali cappelli, magliette, occhiali da sole, riparare dall’esposizione al sole neonati e bambini, utilizzare i prodotti solari senza parsimonia.
Riguardo alla funzione depigmentante, dal momento in cui è stato vietato l’utilizzo ai fini cosmetici dell’idrochinone (sostanza particolarmente efficace e utilizzata per anni), non sono molte le sostanze funzionali con tale attività; tra queste l’acido kojico, la vitamina C, svariati estratti vegetali come limone e liquirizia.
Una tra le aree di esteso interesse in cosmetologia si colloca nella prevenzione e nel trattamento dell’invecchiamento cutaneo.
Rughe, cedimento dei tessuti, iperpigmentazioni, comparsa di lesioni cutanee sono le caratteristiche che meglio identificano la normale evoluzione della pelle con il passare degli anni. Quando si parla di ‘antirughe’ dunque, si minimizza la funzione che un prodotto cosmetico anti-invecchiamento globale dovrebbe compiere. Un vero prodotto antiaging provvede all’azione preventiva e trattante nei confronti di micro e macrorugosità, oltre che a una mirata azione idratante, reintegrante, ristrutturante, elasticizzante, protettiva solare, antiradicalica, depigmentante, ecc.
Sono innumerevoli le sostanze o miscele di sostanze, in genere coperte da brevetto, spesso pubblicizzate con il loro nome commerciale, che vantano azioni antinvecchiamento e sempre più frequentemente vengono presentati nuovi prodotti che contengono nuovi principi funzionali ad azione antinvecchiamento18.
Negli ultimi anni antiossidanti (antiradicalici), sostanze attive sulla giunzione dermo-epidermica, sui fibroblasti e sulla componente fibrosa del derma (come la vitamina C) stanno combattendo una sfida importante nella lotta all’invecchiamento della pelle19-20.
In tutti i casi va sottolineato quanto idratazione e protezione solare rimangano atti fondamentali quali meccanismi di prevenzione dell’aging e photo-aging cutaneo.
La produzione di sebo è compito primario della ghiandola sebacea21. Il sebo rappresenta il principale costituente della fase grassa del film idrolipidico, insieme agli importanti lipidi epidermici prodotti dai cheratinociti durante il processo di cheratinizzazione (vedi Figure 5 e 6).
Quando la produzione di sebo è eccessiva o alterata, si assiste frequentemente all’insorgenza di alterazioni cutanee come la seborrea (iperseborrea), la tendenza alla comparsa dell’acne, la dermatite seborroica; se la quantità di sebo prodotta è scarsa o gravemente compromessa possono determinarsi xerosi, secchezza, disidratazione e desquamazione.
I prodotti cosmetici sia in un caso sia nell’altro possono intervenire nel coadiuvare la normalizzazione della produzione sebacea, ad esempio attraverso l’uso di sostanze funzionali che regolano la secrezione sebacea controllando i meccanismi enzimatici che ne determinano la produzione eccessiva, o adsorbendo il sebo superficiale o, in caso contrario, apportando e reintegrando le sostanze lipidiche carenti.
Il sudore è il risultato della produzione delle ghiandole sudoripare eccrine e apocrine, oltre che delle ghiandole sebacee. Stimoli ambientali, nervosi e ormonali regolano tale meccanismo, soprattutto in relazione alla termoregolazione corporea22. Le ghiandole apocrine sono maggiormente coinvolte nella caratterizzazione dell’odore corporeo individuale.
Anche se noto, va precisato che il sudore, non appena prodotto e riversato sulla superficie, è inodore. Solo a opera della flora batterica cutanea residente vengono attivati i meccanismi enzimatici che producono l’odore caratteristico del sudore.
I deodoranti sono cosmetici e vengono progettati per ovviare alle esigenze fondamentali di controllo dell’odore ‘sgradevole’ determinato dal sudore, evitando contemporaneamente di alterare gli equilibri fisiologici dell’area (ascelle, pieghe cutanee, piedi, zone intime).
Gli annessi cutanei che rappresentano un’enorme campo d’interesse per la cosmetica sono peli, capelli e unghie. Per entrambi i sessi e per diverse ragioni, il trattamento cosmetico di peli e capelli è praticamente irrinunciabile per ‘l’accettazione del sé’ e la conseguente ‘presentabilità sociale’. In particolare la tricologia è un settore in continua evoluzione, sia per l’innovazione tecnico-scientifica sia per le richieste di mercato dettate dalle tendenze comportamentali. Peli e capelli hanno una struttura sostanzialmente identica, pur essendo diverso il loro comportamento fisiologico in relazione alla risposta ormonale23.
La parte inferiore del follicolo pilifero si trova allocata nel derma profondo (vedi Figura 1). Questa configurazione della struttura la rende un potenziale “canale” di passaggio per le sostanze topiche.
I cosmetici coinvolti sono moltissimi: detergenti (per capelli e cuoio capelluto), trattamento cosmetico ristrutturante (per contrastare l’alopecia androgenetica, la forfora, la seborrea e altre alterazioni della fisiologia sia del fusto sia del cuoio capelluto), trattamento estetico (prodotti da styling, tinture, decolorazioni, permanenti), depilatori.
Mentre per gli uomini la preoccupazione maggiore è determinata dal problema della caduta dei capelli, per le donne l’area di maggiore interesse risiede nei trattamenti estetici dei capelli, con relativi rischi legati agli eccessi.
Lozioni e sieri (in flacone o fiale) sono i prodotti maggiormente destinati alla riduzione dell’eccessiva caduta di capelli (ma anche shampoo, maschere, ecc.), attraverso l’uso di sostanze facilitano la ricrescita (riduzione dell’azione degli ormoni androgeni sul follicolo, prolungamento della fase anagen o fase di crescita, prevenzione dell’atrofia del bulbo), attraverso l’uso di sostanze che migliorano il microcircolo cutaneo e di sostanze che tendono a ispessire il fusto dei capelli24.
Shampoo, balsamo, prodotti da styling o da fissaggio e prodotti di colorazione rappresentano l’altra importante fetta di mercato di questo settore applicativo. Oggi compaiono con sempre maggior frequenza anche prodotti di protezione solare per capelli e cuoio capelluto25.
Altra categoria, con obiettivo contrario ovvero la rimozione del pelo, è costituita dai prodotti per la depilazione, molto utilizzata soprattutto nei casi d’ipertricosi.
La modalità di asportazione dei peli terminali, solo momentanea nel caso di trattamento cosmetico (creme depilatorie, cere a freddo e a caldo) dovrebbe essere scelta sulla base delle diverse aree corporee cui viene riservata (di fatto tutte, escluso il palmo della mano e la pianta del piede, uniche zone sprovviste di follicoli piliferi). I depilatori (creme, schiume, mousse, ecc.) generalmente contengono acido tioglicolico e derivati, sostanze in grado di spezzare i legami tra le cheratine, a una concentrazione massima del 5%. Le informazioni destinate al consumatore devono chiaramente riportare alcune avvertenze in etichetta, come: “evitare il contatto con gli occhi; in caso di contatto con gli occhi, lavare immediatamente e abbondantemente con acqua e consultare un medico; contiene tioglicolato”, ecc. Non considerando l’eflornitina, farmaco inibente l'ornitina decarbossilasi (ODC), enzima chiave della crescita pilifera, recentemente sono state individuate alcune altre sostanze, come la papaina26, che sembra abbiano la capacità di ritardare gradualmente la ricrescita dei peli.
L’attenzione nei confronti del benessere cutaneo delle mani si muove di pari passo al trattamento estetico delle unghie, che ha visto negli ultimi anni salire l’interesse in modo esponenziale, per un mercato che solo in parte è di tipo cosmetico. Quest’area può suddividersi in due settori ben distinti: quello del trattamento della pelle delle mani (creme, sieri, maschere, olii) e quello dei prodotti per le unghie (smalti e relativi solventi per la loro rimozione).
Il cosiddetto ‘mondo nails’ ha determinato profondi cambiamenti a causa dell’avvento (si potrebbe dire indiscriminato) delle cosiddette ricostruzioni ungueali. A tal proposito va sottolineato che la tendenza della ricostruzione dell’unghia nasce nel Nord e nell’Est Europa (poi negli Stati Uniti) con l’applicazione della tip (estremità, punta), con successiva evoluzione nel corso degli anni delle varie modalità d'esecuzione (resina acrilica, fiberglass, gel acrilico). Sono molteplici le polemiche legate da un lato alla professionalità di chi opera nel settore della ricostruzione (a volte in attività dopo poche ore di formazione) e dall’altro circa i relativi rischi di utilizzo. Allergie, irritazioni e onicodistrofie causate da cianoacrilati rappresentano i problemi maggiormente correlati a tali metodiche. Nonostante sia luogo comune che il mondo della ricostruzione ungueale sia legato a quello dei cosmetici, i prodotti utilizzati (resine, gel, colle, tip, ecc.) non rientrano in questa categoria.
Cenni di cosmetologia applicata
Keypoint: La prevenzione di problemi cutanei ed un corretto trattamento cosmetico passano attraverso un consiglio cosmetologico professionale. Oltre al cosmetologo anche il farmacista, è sempre più spesso chiamato a svolgere tale ruolo.
Keywords: Cute tipologia, cosmetologia applicata, condizioni fisiologiche trattamento cosmetico e, dermatosi trattamento cosmetico e
La prevenzione di problemi cutanei e un corretto trattamento cosmetico passano attraverso un consiglio cosmetologico professionale. Oltre al cosmetologo, anche il farmacista è sempre più spesso chiamato a svolgere tale ruolo.
Ogniqualvolta un cliente approccia alla scelta del cosmetico, si focalizza sugli atti più comuni (idratazione, antiaging), tralasciandone altri fondamentali, come la detersione, la foto-protezione o la deodorazione. È compito di chi consiglia informarsi sulle abitudini del cliente, identificare la tipologia cutanea e impostare di conseguenza un corretto ‘regime cosmetologico’.
Nel formulare un adeguato consiglio circa i prodotti cosmetici da utilizzare, dovrebbero essere presi in considerazione i seguenti ‘atti cosmetici’:
- la detersione (viso/corpo);
- la tonificazione (viso);
- l’esfoliazione (viso/corpo);
- la protezione (viso/corpo);
- l’idratazione (viso/corpo);
- la sebo-normalizzazione (viso);
- la foto-protezione (viso/corpo);
- il trattamento dell’invecchiamento cutaneo (viso, aree specifiche);
- la deodorazione (corpo);
- il trattamento cosmetico dei capelli e del cuoio capelluto;
- la depilazione cosmetica (corpo);
- il make-up (viso, a volte corpo);
- il trattamento cosmetico specifico delle aree corporee (cellulite, smagliature, teleangectasie...);
- la detersione e il trattamento delle aree intime;
- il trattamento cosmetico del cavo orale;
- la profumazione.
Diversa attenzione dovrà essere riservata al cliente che presenta particolari condizioni o che evidenzia peculiarità cutanee diverse dalla media. Questo si traduce con la necessità di approcciare a consigli specifici per:
- il trattamento cosmetico della cute delle donne in gravidanza;
- il trattamento cosmetico della cute dei neonati;
- il trattamento cosmetico della cute dei bambini;
- il trattamento cosmetico della cute adolescenziale;
- il trattamento cosmetico della cute delle donne in menopausa;
- il trattamento cosmetico della cute dell’anziano;
- il trattamento cosmetico della pelle dell’uomo (rasatura e non solo).
In caso di gravidanza, premesso che tutte le sostanze presenti nel formulato cosmetico devono essere accuratamente selezionate e controllate per la loro sicurezza d’impiego, oltre che ovviamente tutte autorizzate all’uso cosmetico, l’attenzione deve essere massima. Va comunque considerato che un trattamento topico può determinare un assorbimento trascurabile delle sostanze attive, soprattutto in riferimento alle loro concentrazioni.
Alcune alterazioni cutanee più di altre necessitano d’intervento cosmetologico; ecco perché il dermatologo si avvale molto spesso della prescrizione cosmetologica.
Tali condizioni cliniche sono numerose e possono essere raggruppate secondo il seguente schema:
- dermatosi caratterizzate da secchezza e ipercheratosi: comune xerosi cutanea, ittiosi, psoriasi, dermatite atopica, dermatiti irritativa e allergica da contatto (DIC e DAC), ipercheratosi dell’acne;
- dermatosi caratterizzate da disfunzione della ghiandola sebacea: iperseborrea, acne, dermatite seborroica, acne rosacea;
- dermatosi caratterizzate da disordini della pigmentazione: reazioni fototossiche e fotoallergiche con esiti pigmentari, cloasma gravidico, iperpigmentazioni (senili, solari, ecc.), fotopigmentazioni causate da farmaci, vitiligine, foto invecchiamento;
- disturbi della sudorazione eccrina e apocrina: iperidrosi, bromidrosi…;
- alopecie e disturbi del cuoio capelluto: alopecia disfunzionale (androgenetica, areata, ecc.), desquamazione furfuracea, seborrea e dermatite seborroica;
- pannicolopatia edemato-fibrosclerotica (cellulite);
- striae distensae (smagliature).
In presenza di tali situazioni si può fare ricorso alle seguenti classi di sostanze funzionali:
- emollienti, idratanti, elasticizzanti, protettivi, restitutivi, filmanti;
- cheratolitici e cheratomodulanti;
- sebonormalizzanti;
- depigmentanti e schiarenti;
- coadiuvanti lenitivi e antinfiammatori;
- batteriostatici, antifungini;
- antitraspiranti;
- antiforfora.
Si fa inoltre uso della cosmesi ‘decorativa’, da un lato per nascondere i segni dei problemi cutanee evidenti ed esteticamente poco accettabili, dall’altro per minimizzare tutti gli effetti collaterali di terapie farmacologiche in atto.
Consiglio dermo-cosmetologico
Keypoint: Un aspetto fondamentale del consiglio cosmetologico è la spiegazione delle indicazioni e delle modalità d’uso dei prodotti acquistati: soffermarsi sul quando utilizzarli, dove, come e perché, rappresenta un passaggio essenziale, utile per la fidelizzazione del cliente e, soprattutto, necessario per non incorrere nei molto frequenti usi “non ragionevolmente prevedibili”.
Keywords: Cosmetologia applicata, cosmetici ruolo del farmacista, consiglio dermo-cosmetologico, cute tipologia
L’impostazione di un completo regime cosmetico, che preveda ogni singola azione o condizione, appare complessa. Ma è altrettanto semplicistico e poco vantaggioso per la pelle e i suoi annessi selezionare a caso quali atti cosmetici compiere e quali no.
Un aspetto spesso dimenticato, ma che invece rappresenta una parte fondamentale del consiglio cosmetologico, è la spiegazione delle indicazioni e delle modalità d’uso dei prodotti acquistati: soffermarsi sul quando utilizzarli, dove, come e perché, rappresenta un passaggio essenziale utile per la fidelizzazione del cliente e, soprattutto, necessario per non incorrere nei molto frequenti usi “non ragionevolmente prevedibili”. Un esempio per tutti è dato dall’utilizzo di prodotti di protezione solare: la vendita di un solare ad alto SPF (Sun Protection Factor) sarà perfettamente inutile ed inefficace per il cliente se non gli verrà chiaramente spiegato quando, quante volte e in quale quantità eseguire l’applicazione.
Considerata la molteplicità dei parametri da considerare, non è possibile schematizzare regole cosmetiche standard, che vadano bene in tutti i casi. È invece auspicabile ‘confezionare’ un sistema cosmetologico ad hoc per ogni utente finale, progettato in base alle priorità reali e desiderate.
Lo schema di consiglio dermo-cosmetologico si articola in diverse fasi.
- Dopo l’approccio iniziale, nel rispetto della riservatezza del cliente, una breve intervista consente di individuare le esigenze primarie e possibilmente quelle secondarie.
- Un esame visivo e (se ritenuto opportuno) tattile per l’individuazione della tipologia cutanea e dei capelli.
- Qualora possibile, una verifica delle caratteristiche cutanee attraverso valutazioni strumentali (check-up cutaneo completo), come ad esempio la corneometria per individuare il livello d’idratazione del corneo, sebometria per il livello di lipidi di superficie, pHmetria cutanea.
- Focalizzazione di problemi specifici della pelle; in presenza di evidenti patologie al cliente va consigliato di provvedere nel breve periodo a una visita specialistica.
- A fronte di una concreta conoscenza delle linee e dei prodotti disponibili, erogazione del consiglio relativo al prodotto/i o regime cosmetologico e relativa dispensazione.
Riguardo al punto 1, nel rispetto della riservatezza dei dati personali il colloquio dovrebbe consentire di ottenere informazioni circa:
- stile di vita e le abitudini primarie (tipo di lavoro, livello di stress, esposizione solare, alimentazione);
- età (se possibile);
- eventuali patologie in atto (se possibile), in particolare circa la predisposizione alle allergie;
- eventuali precedenti effetti indesiderati a prodotti cosmetici (dermatiti da contatto, pizzicori, arrossamenti, altro);
- regime cosmetologico attuale (detersione, trattamenti, trucco, protezione solare);
- eventuale uso di farmaci (se possibile);
- tabagismo (se possibile);
- consumo di bevande alcoliche (se possibile).
In relazione al punto 2 per la verifica visiva dei diversi tipi di pelle, sono elencati alcuni parametri utili all’identificazione del tipo di pelle:
per riconoscere la pelle normale/mista:
- grana compatta, colorito roseo, luminoso e omogeneo;
- assenza di osti follicolari aperti (pori dilatati), comedoni aperti (punti neri), zone lucide (se non nella cosiddetta “area T”) o disidratate;
- assenza di desquamazione;
per riconoscere la pelle grassa e a tendenza acneica:
- grana spessa, colorito grigiastro;
- presenza di osti follicolari aperti (pori dilatati), comedoni aperti (punti neri), zone lucide/oleose;
- possibile pelle secca e disidratata;
- possibili arrossamenti;
- possibile presenza di comedoni chiusi;
- possibile presenza di esiti cicatriziali dell’acne;
- possibile presenza d’iperpigmentazioni;
per riconoscere la pelle ipolipidica e disidratata:
- grana fine, colorito chiaro e grigiastro;
- presenza di desquamazione e screpolature;
- sensazione costante di pelle che tira;
- possibile presenza di arrossamenti;
- possibile presenza di teleangectasie;
- invecchiamento precoce;
per riconoscere la pelle sensibile, fragile, sottile:
- grana sottile, colorito tendente al “semi-trasparente – traslucido”;
- presenza di arrossamenti;
- possibile secchezza e desquamazione;
- possibile sensazione di pelle che tira;
- possibile presenza di teleangectasie;
- sensazione di prurito, pizzicore e bruciore;
- invecchiamento precoce;
per riconoscere la pelle senescente, precocemente invecchiata e foto danneggiata:
- grana disomogenea, colorito grigiastro, a macchie;
- presenza di micro e macro rugosità;
- evidenti solchi naso-labiali;
- rilassamento dei tessuti (ovale del viso non definito);
- possibile presenza di occhiaie e borse perioculari;
- iperpigmentazioni (viso, mani, décolleté);
- possibile presenza di teleangectasie;
per riconoscere pelle con sofferenza del microcircolo:
- grana fine, colorito tendente al rossore diffuso su viso e collo;
- presenza di teleangectasie in particolare su naso e guance (area sotto le palpebre inferiori);
- possibile secchezza e desquamazione;
- possibile presenza di arrossamenti;
per riconoscere pelle sensibilizzata, predisposta all’insorgenza di allergie, intollerante*
- grana generalmente sottile, colorito tendente al rossore;
- presenza di arrossamenti diffusi o a chiazze;
- presenza di secchezza e desquamazione;
- sensazione di pelle che tira;
- sensazione di prurito, pizzicore e bruciore all’applicazione topica.
*in tal caso, sarebbe auspicabile consigliare al cliente di provvedere a una verifica dei test epicutanei eseguiti o da eseguire dallo specialista dermatologo o allergologo (patch test con serie standard per sostanze cosmetiche SIDAPA-GIRDCA).
In riferimento al punto 3, sarebbe auspicabile, qualora lo spazio all’interno del punto vendita lo consenta, l’organizzazione di una zona dedicata al consiglio cosmetologico, possibilmente riservata ma vicina all’area di esposizione dei cosmetici, corredata degli eventuali strumenti di valutazione.
Per il punto 4, il responsabile del settore cosmetico in farmacia potrebbe agevolmente preparare schede del cliente (nel rispetto della riservatezza dei dati personali), da aggiornare in caso di cliente fidelizzato.
Riguardo al punto 5 e ai relativi consigli da dispensare, le aziende cosmetiche in linea di massima provvedono a un’ampia descrizione delle indicazioni previste per linea o per prodotto. Nel rispetto della professionalità di ognuno, le ditte produttrici di cosmetici che si preoccupano in modo adeguato della distribuzione delle informazioni tecnico-scientifiche (pubblicazioni, documenti su test effettuati, chiarezza e correttezza sui testi di folder, leaflet, ecc.) e che ritengono opportuno dare ampio spazio alla formazione costante del personale su punto vendita naturalmente diventano scelta elettiva.
Dal punto di vista pratico è decisamente difficoltoso definire tutte le possibili soluzioni, in realtà frutto dell’esperienza e della capacità di relazionarsi al cliente. La scheda paziente allegata al presente corso riporta i principali consigli per il consumatore.
Forme cosmetiche e tipologie cutanee
Keypoint: La forma cosmetica corrisponde all’aspetto fisico con il quale il prodotto finale si presenta. La scelta o il consiglio del prodotto più adatto dovrebbe passare non solo attraverso le sostanze funzionali in esso contenute, ma anche considerando qual è la migliore forma cosmetica per quella certa tipologia cutanea.
Keywords: Cosmetici forma, cosmetici fasi, cosmetici formulazione, cute tipologia
La forma cosmetica corrisponde all’aspetto fisico con il quale il prodotto finale si presenta; ne sono alcuni esempi la crema, lo stick, la soluzione acquosa o la soluzione alcolica.
Trovare una coerente classificazione che sia univoca per le forme cosmetiche è complesso. È infatti necessario interpretare il concetto della forma cosmetica in base ai diversi punti di vista di chi ne tratta: alcuni preferiscono suddividere in base al numero delle fasi, altri in base alle sostanze contenute.
Per numero delle fasi presenti all’interno della formulazione, s’intende di parti fisicamente omogenee nel sistema costituito dagli ingredienti del prodotto. Sono dunque possibili:
- prodotti monofasici: idroliti, su base acquosa (ad esempio, il tonico); oleoliti, su base oleosa (ad esempio, l’olio solare);
- prodotti bifasici: emulsioni, ovvero miscele di acqua e grassi (ad esempio, le creme e i latti); sospensioni di solidi in liquidi o sistema a solvente (ad esempio, gli smalti per unghie);
- prodotti trifasici: emulsioni/sospensioni miste (ad esempio, il fondotinta).
La classificazione più utilizzata e adottata da chi si occupa del settore è quella dal punto di vista della formulazione e che racchiude i prodotti finiti in grandi classi:
- idroliti;
- oleoliti;
- fusioni;
- gel idrati;
- gel anidri;
- emulsioni (O/A – A/O);
- tensioliti;
- polveri;
- sistemi nebulizzati;
- sistemi a solvente.
Molti prodotti cosmetici con la stessa funzione possono declinarsi in forme diverse, come ad esempio nel caso dei deodoranti (stick, spray, roll-on…) e degli idratanti (lozioni, creme, sieri…).
La scelta o il consiglio del prodotto più adatto dovrebbe passare non solo attraverso le sostanze funzionali in esso contenute, ma anche considerando qual è la migliore forma cosmetica per quella certa tipologia cutanea. Di conseguenza una pelle seborroica non sopporta bene un’emulsione A/O mentre verrà coadiuvata da fluidi leggeri o sieri. La cute a tendenza xerotica invece necessita di prodotti a base lipidica ad alto contenuto di sostanze idratanti.
Alla luce dei progressi scientifici nell’ambito della fisiologia cutanea, la classica suddivisione tra i diversi tipi di pelle (normale, grassa, secca) appare ormai superata27. Anche se questo tipo di impostazione rimane pur sempre un utile approccio iniziale, per operare una dispensazione professionale del prodotto cosmetico è necessario considerare molti altri parametri cutanei. Dalle molteplici informazioni, in genere ottenute con interviste al cliente o attraverso alcune metodiche strumentali, possono derivare altre tipologie di pelle per l’uso del corretto cosmetico:
- pelle “normale”, “mista” (definizione legata alla fisiologica disposizione mediana delle ghiandole sebacee sul viso);
- pelle grassa, seborroica, tendente all’acne;
- pelle secca disidratata;
- pelle secca ipolipidica;
- pelle sensibile, fragile, sottile;
- pelle senescente, precocemente invecchiata;
- pelle foto-danneggiata;
- pelle con sofferenza del microcircolo;
- pelle sensibilizzata, predisposta all’insorgenza di allergie, intollerante;
- pelle etnica;
- ecc.
Non solo l’evoluzione del mercato, ma anche le diverse esigenze cutanee e la necessaria tutela del consumatore finale hanno portato nel corso degli anni a individuare altri importanti parametri da tenere sempre presenti nel consiglio cosmetologico, come l’età del soggetto utilizzatore (neonato, bambino, adolescente, anziano), il sesso (eterosessuale, omosessuale) e stati particolari (gravidanza, menopausa, patologie generali).
È qui necessario ricordare che il prodotto cosmetico, pur essendo d’importante ausilio nel trattamento di alcune alterazioni cutanee, come ad esempio nel caso dell’acne o della dermatite seborroica, non è la risposta elettiva nel caso di patologie conclamate della pelle, specie in presenza di cute lesa o processi infiammatori in atto. A tal proposito va ribadita l’importanza dell’intervento dello specialista in dermatologia che, solo dopo accurata visita, potrà formulare la sua diagnosi e decidere di conseguenza di avvalersi o meno di supporto dermo-cosmetologico.
Conclusioni
La cosmetologia è un settore ancora in fase di sviluppo. Questa scienza multidisciplinare è punto d’incontro di varie e differenti competenze tecnico-scientifiche nei campi biologico, chimico, tecnologico, medico, industriale.
Un valore aggiunto ormai imprescindibile, non solo in questo contesto, è la serietà e la chiarezza d’informazione. Lo scopo è di promuovere una comunicazione responsabile e veritiera tanto da elevare, con la collaborazione degli operatori del settore salute (farmacista, medico), il grado d’informazione del consumatore.
Sarà sempre più essenziale interpretare in modo corretto quanto è riportato nella presentazione di un prodotto o di una linea di prodotti (etichettatura, folder, leaflet, campagne pubblicitarie, informazione scientifica, ecc.).
Seppur rivolta principalmente alla tutela dei consumatori in merito alla sicurezza d’impiego e alla funzionalità di nuovi ingredienti, la cosmetica è disposta a generare piacevoli sensazioni sia a carattere fisico (gradevolezza cosmetica) sia psichico (relax, benessere dell’individuo).
Dunque cosmetici sempre più sicuri ed efficaci, ma anche coinvolgenti e parte di un sogno in grado di prevenire e contrastare gli effetti della frenetica vita moderna. Una funzione cosmetica diversa che tende a ottenere il ripristino dell’equilibrio tra mente e corpo; questa è una nuova frontiera ancora da esplorare.
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Figura 1 – Struttura della pelle
Figura 2 - Statua preistorica (Venere paleolitica)
Figura 3 - Composizione dell’NMF – Natural Moisturizing Factor
(da “Trattato di Estetica Medica”, Blini V., Righi P., Ed. Piccin, Padova, 1991)
Figura 4 - Pittogrammi da utilizzare sulle confezioni di prodotti solari
a) evitare prolungate esposizioni al sole nelle ore più calde
b) proteggersi con accessori quali cappello, t-shirt, occhiali da sole
c) proteggere neonati e bambini dall'esposizione al sole
d) utilizzate correttamente i prodotti solari!
Figura 5 - Composizione del sebo umano
(da: “Dermatologia Cosmetologica”, L. Celleno, Ed. Tecniche Nuove, Milano, 2008)
Figura 6 - Composizione dei lipidi epidermici a livello dello strato corneo
(da: “Trattato di Dermatologia”, II edizione, A. Giannetti , Ed. Piccin Nuova Libraria S.p.A., Padova, 2001)
Tabella 1 - Principali “obiettivi” per il prodotto cosmetico
- turnover cellulare epidermico (processo di cheratinizzazione)
- film idrolipidico di superficie
- pH cutaneo
- idratazione cutanea
- funzionalità della giunzione dermo-epidermica
- trofismo del derma, stato di vascolarizzazione ed innervazione
- melanogenesi
- stato dell’ipoderma
- funzionalità degli annessi cutanei (peli, ghiandole sebacee, ghiandole sudoripare eccrine e apocrine)
- controllo flora cutanea
Tabella 2 - Punti essenziali riportati nel testo della Raccomandazione della Commissione delle Comunità Europee (n. 2006/647/CE)
- I prodotti solari non possono garantire la protezione totale dai raggi UV; ogni prodotto, infatti, lascia passare una parte della radiazione, compresi i prodotti recanti le diciture "sun block" o "protezione totale"
- Il fattore di protezione solare (SPF, Sun Protection Factor) descrive la "capacità" di protezione del prodotto dall’eritema solare, agendo prevalentemente contro i raggi UVB; è importante tuttavia sapere che un SPF superiore a 50 non aumenta la protezione dall’eritema e dai raggi UVB per la pelle normale; se il prodotto viene applicato correttamente, basta un SPF di cosiddetta categoria "media" (protezione bassa: 6-10; media: 15-25; alta: 30-50; molto alta: ≤50-60) per proteggere dall’eritema una persona di pelle normale; un'insufficiente applicazione di prodotto solare rende necessario un SPF di categoria superiore
- Oltre alla protezione dai raggi UVB (espressa dall’SPF), il prodotto solare deve proteggere anche dai raggi UVA (almeno 1/3 rispetto agli UVB); poiché l’SPF riguarda prevalentemente la protezione nei confronti dell’eritema, la sicurezza fornita dal prodotto che protegge esclusivamente dai raggi UVB è solo apparente, in quanto i raggi UVA (principale causa del fotoinvecchiamento e di altre alterazioni della struttura cutanea) rimangono un potenziale pericolo
- È molto importante tener presente che i prodotti solari garantiscono la loro completa efficacia soltanto se utilizzati in quantità sufficienti; per la protezione di tutto il corpo di un adulto di corporatura media, è necessario applicare almeno circa 35 grammi di prodotto (approssimativamente la quantità contenuta in 6 cucchiaini); a tutt'oggi i consumatori sono soliti usarne solo la metà, con la conseguenza che anche la protezione solare risulta ridotta nello stesso rapporto
QUESTIONARIO A RISPOSTA MULTIPLA
- La giunzione dermo-epidemica è:
- una struttura di collegamento tra strato corneo e strato basale
- una struttura permeabile e selettiva che stabilisce gli scambi tra i due tessuti
- una struttura impermeabile che evita gli scambi tra i due tessuti
- una struttura tra derma ed epidermide presente nei follicoli piliferi
- Quale delle seguenti affermazioni sul turn-over cellulare epidermico non corrisponde a verità?
- rappresenta il processo di maturazione dei cheratinociti
- i cheratinociti migrano dallo strato basale verso lo strato corneo
- c. i corneociti sono cellule vitali colme di cheratina
- i corneociti provocano la fisiologica desquamazione della pelle
- L’NMF (Natural Moisturizing Factor) viene prodotto:
- durante il processo di cheratinizzazione
- durante il processo di melanogenesi
- durante l’esposizione solare della pelle
- durante la sudorazione apocrina
- Si può iniziare a parlare di disidratazione:
- quando la quantità di acqua persa (TEWL, Trans Epidermal Water Loss) si aggira intorno al 10%
- quando la quantità di acqua persa (TEWL) supera il 50%
- quando la quantità di acqua persa (TEWL) si aggira intorno al 70-75%
- quando la quantità di acqua persa (TEWL) supera il 35%
- Quale delle seguenti affermazioni sul film idro-lipidico della pelle corrisponde a verità?
- è la naturale emulsione prodotta dalla pelle
- è necessario alla protezione e al mantenimento della corretta fisiologia cutanea
- include al suo interno anche detriti cellulari, sostanze di derivazione batterica e sostanze esogene
- d. tutte le affermazioni riportate sono vere
- Che cosa esprime il valore dell’SPF (Sun Protection Factor):
- la protezione dalle radiazioni UVB e UVA
- la protezione dalla radiazione UVA
- la protezione dalla radiazione UVB
- la protezione dallo spettro solare
- La raccomandazione della Commissione delle Comunità Europee del 22 settembre 2006, (n. 2006/647/CE) sull’efficacia dei prodotti per la protezione solare e sulle relative indicazioni, consiglia di inserire in etichetta pittogrammi che riportino il concetto di:
- non esporsi rimanendo all’ombra, applicare il prodotto solare sempre nella quantità di 3 mg almeno, non esporre al sole i bambini fino a 5 anni, utilizzare solo prodotti water-proof
- non esporsi alla luce solare diretta, utilizzare prodotti testati per efficacia, applicare il prodotto solare prima dell’esposizione, utilizzare prodotti doposole
- non applicare profumi e/o fragranze prima dell’esposizione solare, scegliere sempre prodotti ad alta protezione solare, coprirsi con indumenti che riportino un alto livello di SPF, non esporre al sole i bambini fino a 8 anni
- non esporsi al sole nelle ore più calde del giorno, coprirsi con indumenti adeguati (cappelli, magliette), non esporre al sole neonati e bambini piccoli, riapplicare il prodotto solare più volte durante l’esposizione
- Quale dei seguenti non è un sintomo causato da un’eccessiva produzione di sebo?
- acne
- b. desquamazione della pelle
- dermatite seborroica
- iperseborrea
- Come sostanza attiva, cosa contengono i prodotti depilatori:
- acido tiottico
- eflornitina o derivati
- acido tioglicolico o derivati
- acido glicolico o derivati
- In generale il tonico è un prodotto:
- monofasico
- a fase multipla
- bifasico
- trifasico
- Quale delle seguenti non è una caratteristica della pelle normale/mista?
- grana compatta, colorito roseo, luminoso e omogeneo
- b. leggera desquamazione
- assenza di osti follicolari aperti
- assenza di punti neri
- Quale dei seguenti è un consiglio da dare a un paziente con pelle grassa ed a tendenza acneica?
- idratazione e trattamento sebo-normalizzante quotidiani (emulsione, gel)
- esfoliazione delicata ogni 7/10 giorni
- evitare prodotti ad alto contenuto lipidico (come le emulsioni A/O, prodotti a base di oli, burri e cere)
- d. tutti i consigli riportati sono corretti per il trattamento della pelle grassa e a tendenza acneica
- Quale dei seguenti non è un consiglio da dare a un paziente con pelle senescente, precocemente invecchiata o foto danneggiata?
- a. esfoliazione delicata ogni 7/10 giorni
- idratazione (siero) e trattamento antiaging quotidiani (crema)
- almeno 3/4 volte l’anno trattamento intensivo antiaging (siero, maschera)
- protezione solare anche senza esposizione diretta