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Il sonno è una funzione fisiologica imprescindibile per l’individuo, e i suoi disordini possono essere fonte di notevole disagio. L’impossibilità di riposare correttamente può dipendere, oltre che da quadri francamente patologici, anche da situazioni parafisiologiche (come il russamento) che possono disturbare il sonno della persona stessa nonché del partner di letto.
Il sonno è generalmente associato a uno stato di quiete e riposo del corpo ma il parlare, il camminare e anche il muoversi in modo eccessivo nel sonno sono fenomeni noti e temuti fin dall’antichità, e il mistero che li circonda è stato fonte d’ispirazione artistica per letterati, pittori, musicisti. Il sonnambulismo ne è un esempio: una persona che compie nel sonno atti di cui non è consapevole crea situazioni ambigue di cui non ha responsabilità e che possono generare dubbi e dilemmi interpretativi.
I disturbi del sonno sono comuni nella popolazione generale; per alcuni la prevalenza aumenta con l’età (insonnia, disturbo comportamentale del sonno REM, narcolessia, sindrome delle gambe senza riposo, e disturbi del respiro nel sonno), mentre altri sono più frequenti nei bambini e tendono a scomparire nel tempo (risvegli confusionali, pavor nocturnus e sonnambulismo).
Quando isolati, tali disturbi non devono destare preoccupazione ma, se frequenti, possono causare un malessere importante nella persona che li sperimenta oltre a essere fastidiosi per chi gli sta vicino.
Un’attenta valutazione clinica e strumentale può permettere di identificarli e connotarli con precisione, così da valutare la necessità di attuare adeguate misure di trattamento comportamentali e/o farmacologiche.